«Casa Grossi», costruita nel 2004, si trova nella parte bassa del paese di Monte Carasso. Il terreno originario, precedentemente occupato da una stalla, era di soli 150 metri quadrati. Tuttavia, le distanze dai confini e le linee di costruzione rendevano impossibile qualsiasi edificazione. I due fratelli architetti Giacomo e Riccarda Guidotti hanno cercato il dialogo con il vicino. Si è potuto così negoziare una permuta con il fondo limitrofo e un diritto di costruzione a distanza ravvicinata. L’insolita casa unifamiliare si trova quindi proprio sul confine del fondo. La facciata a nord, priva di finestre e dall’aspetto un po’ severo, funge da muro tagliafuoco. Questo perché, proprio a fianco, potrebbero sorgere altre costruzioni o persino un complesso edilizio.
Compatta a luminosa
Giacomo e Riccarda Guidotti sono noti allievi dell’architetto Luigi Snozzi, che con le sue costruzioni e le sue famose sette regole pianificatorie ha plasmato per decenni la morfologia urbana di Monte Carasso (vedi riquadro «Pioniere della densificazione»). Non stupisce quindi che Casa Grossi mostri una chiara suddivisione. Sul lato nord, l’edificio è costituito da tre blocchi oblunghi sovrapposti. Il lato sud ricalca questo schema, limitandosi tuttavia ai due blocchi dei piani superiori. Il muro centrale su cui poggia una trave rovescio divide lo spazio pubblico da quello privato e crea un portico traversante che conduce all’entrata dell’edificio.
Il sistema costruttivo è in elementi prefabbricati con pannelli a sandwich di cemento armato posati sul cantiere. Lo strato interno portante di calcestruzzo è spesso 12 centimetri. Seguono un isolamento di otto centimetri e lo strato esterno di sei centimetri in calcestruzzo a vista. Grazie agli elementi prefabbricati, la costruzione grezza ha potuto essere realizzata sulla platea di fondazione in soli tre giorni, una tempistica che in genere si trova solo nelle costruzioni in legno. Contrariamente a quanto possa far presumere l’aspetto esterno, l’interno della casa è molto luminoso e accogliente. Grazie a un soffitto in vetro e a due lucernari aggiuntivi, i piani superiori godono di molta luce naturale. L’audacia di Casa Grossi, realizzata molto prima della moda delle minicase, dimostra ancora oggi come si possa ottenere un’ampia superficie abitativa su un piccolo fondo.
Conveniente e silenziosa
Gli spazi comprendono due camere da letto, soggiorno, sala da pranzo, cucina e bagno. Il proprietario Ivan Grossi: «Quando è nata la secondogenita avevamo bisogno di più spazio. Ecco perché al momento la casa è affittata. Ma un giorno tornerò. È una bella casa. Mi piace la comodità che offre, la luce e gli spazi giusti. Minimal, ma con tutto quello che serve.» In origine è stato installato un sistema a pavimento, mentre per il riscaldamento e l’acqua calda sanitaria era in funzione una caldaia che faceva capo a un serbatoio di gas liquefatto. «Il forte aumento del prezzo del gas e le bollette sempre più salate mi hanno spinto a cercare una soluzione alternativa», racconta Ivan Grossi.
Tenuto conto della zona e della situazione geologica, una termopompa geotermica avrebbe richiesto un grande investimento iniziale. Luigi Corea, titolare della E. Minotti Sagl, ha perciò proposto una termopompa aria-acqua: «Gli incentivi cantonali di quasi 9’000 franchi hanno reso questa opzione molto interessante». È stata scelta una macchina Elco del tipo AEROTOP SX7. «Installiamo spesso questa termopompa, perché ha un design molto bello che si abbina sia alle nuove costruzioni che agli edifici esistenti. La macchina è inoltre talmente silenziosa e non dà disturbo né agli inquilini, né ai vicini», afferma Luigi Corea.
Il nuovo impianto è in funzione solo sei ore al giorno, tre al mattino e tre alla sera. «Per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria è più che sufficiente. E gli affittuari sono contenti, visto che la spesa energetica e il conteggio delle spese accessorie risultano ora nettamente inferiori», aggiunge Luigi Corea.
Tecnica compatta
A dare del filo da torcere all’installatore sono stati gli spazi ristretti. Il piano terra, costituito da un solo modulo e non due, ha una dimensione esterna di appena 2,56 metri. Subito dopo la porta di ingresso c’è una scala che porta al piano superiore e lo spazio retrostante è utilizzato come lavanderia e locale tecnico per il riscaldamento. La caldaia a gas installata in precedenza aveva un ingombro minimo. «Tutta la parte tecnica andava posizionata nel sottoscala. Un’impresa non da poco, ma ci siamo riusciti», sottolinea Luigi Corea.
Roberto Lissoni, consulente di vendita alla Elco, commenta: «All’impiantistica viene concesso sempre meno spazio, perché la gente vuole una superficie abitativa e utile possibilmente grande. Per fortuna, troviamo spesso una soluzione compatta che sa comunque convincere dal profilo energetico.» Proprio come è avvenuto a Monte Carasso. Ivan Grossi è molto soddisfatto, al pari degli affittuari: «Il nuovo impianto funziona perfettamente e il conteggio delle spese accessorie risulta ora inferiore del 20-30% rispetto a prima.»
Michael Staub,
Giornalista RP, Kriens