Lei ha assunto da poche settimane il ruolo del presidente del Governo. È la seconda volta che ricopre questa carica. Che cosa è cambiato in lei e nel Cantone rispetto al 2019?
A livello globale rilevo anzitutto che il contesto è sempre più complesso. Negli ultimi anni l’economia mondiale è entrata in una fase economica instabile: dalla pandemia al conflitto in Ucraina, con le relative tensioni geopolitiche e istituzionali, fino ad arrivare alla più recente guerra in Israele. Questi eventi hanno portato, in generale, a un rallentamento economico, a una forte pressione inflazionistica, a un aumento dei tassi d’interesse e anche a importanti flussi migratori.
Da un punto di vista personale, in questi cinque anni è stato possibile portare avanti diversi progetti strategici e maturare, di riflesso, un’esperienza accresciuta. A ciò si aggiunge il fatto che, proprio quando il mio primo anno da Presidente del Governo stava volgendo al termine, è scoppiata la pandemia. L’esperienza di quei due mesi, quando il nostro Cantone si è trovato ad avere un ruolo da pioniere ed è stato necessario far comprendere alla Confederazione la gravità e la particolarità della situazione, è stata molto intensa.
Le finanze del Cantone non stanno passando uno dei migliori momenti della storia. L’ultimo consuntivo ha fatto registrare un rosso di quasi 122 milioni e anche per il 2024 si prevede un rosso di 131 milioni. Crede che la manovra di rientro sia sufficiente per iniziare il risanamento dei conti nei prossimi anni?
Il 2023 è stato un anno particolarmente impegnativo dal profilo finanziario. Rilevo però che, grazie anche alle misure messe in atto dal Consiglio di Stato nel corso dell’anno, è stato possibile contenere il disavanzo rispetto alle proiezioni di inizio anno. Ciò malgrado la situazione finanziaria permane fragile e impone al Governo e al Parlamento di continuare gli sforzi intrapresi per riequilibrare i conti cantonali. È una sfida che presuppone dialogo, collaborazione e senso di responsabilità collettiva da parte di tutti gli attori coinvolti, nell’interesse del nostro Cantone e della cittadinanza.
Non crede sia davvero il momento di rivedere la spesa con misure concrete ed efficaci, anche se impopolari?
Ricordo anzitutto che il Governo, all’interno del Preventivo 2024, ha già proposto un primo pacchetto di misure di rientro finanziario – misure concrete e anche impopolari – per un ammontare di circa 134 milioni di franchi e che il piano di azione per riequilibrare le finanze cantonali prevede altresì un secondo intervento, con nuove misure, con il Preventivo 2025. Fare oggi questo sforzo, con decisioni anche gravose che non fanno l’unanimità, significa gettare le basi per ritornare ad avere spazi di progettualità. Avere delle finanze in equilibrio sul medio termine è una premessa indispensabile per permettere allo Stato di rispondere efficacemente, anche nei momenti di difficoltà, alle esigenze della popolazione.
AITI ha lanciato, durante la sua assemblea, una richiesta alla politica in favore di riforme strutturali e ha messo uno stop a nuove tasse. Cosa risponde?
L’obiettivo del Governo è quello di riequilibrare strutturalmente i conti dello Stato. Questo sforzo richiede però un certo lasso di tempo affinché possa esplicare tutti i suoi effetti.
Quali saranno, a suo giudizio, gli investimenti cantonali che segneranno il Cantone in questa legislatura?
Complessivamente, l’importante volume di investimenti che fa il Cantone è costantemente cresciuto negli ultimi dieci anni, da 205.7 milioni di franchi nel 2015 a 300.2 milioni di franchi previsti nel Preventivo 2024.
Lo scorso dicembre, il Gran Consiglio a larga maggioranza ha approvato il credito quadro di 60 milioni di franchi a sostegno dell’innovazione e della politica economica regionale, che permetterà di rinnovare questo impegno con uno sguardo rivolto al futuro. In particolare, si potrà consolidare ulteriormente la convergenza tra le misure a sostegno dell’innovazione e le attività di ricerca e sviluppo, ciò che ci consentirà di avanzare con i lavori di concretizzazione dello Switzerland Innovation Park Ticino, un progetto strategico per lo sviluppo economico del nostro Cantone. In questo contesto rilevo che il quadriennio in corso sarà contraddistinto pure dall’avvio della realizzazione del Nuovo Quartiere Officine di Bellinzona, dove è prevista proprio la sede definitiva dello Switzerland Innovation Park Ticino.
Il Cantone ha pure un ruolo importante quale investitore pubblico nel settore dell’edilizia cantonale. Nel 2023 il totale degli investimenti per la manutenzione, per il risanamento e la realizzazione di nuovi edifici per il patrimonio immobiliare dello Stato è stato di circa 90 milioni di franchi, importo che nei prossimi anni aumenterà, visto che gli interventi maggiori, in fase oggi di progettazione, saranno in cantiere.
Da ultimo, ma non per importanza, vanno citate anche le importanti spese che effettua il Cantone nell’ambito degli investimenti a favore delle strade cantonali: circa 110 milioni di franchi lordi (76.5 milioni di franchi netti) nel 2023, confermando la tendenza al rialzo evidenziata negli anni precedenti. L’importante volume di investimenti si è tradotto sia in progetti di conservazione del patrimonio stradale sia in progettazione e realizzazione di nuove opere.
Guardando alla fine del quadriennio che Ticino auspica avremo nel 2027?
Di fronte agli importanti e rapidi cambiamenti che stanno avvenendo a livello globale, generando molta incertezza, il mio auspicio è quello di avere un Ticino che possa continuare a garantire alle sue cittadine e ai suoi cittadini un benessere diffuso sul suo territorio.
Le cittadine e i cittadini hanno bisogno di sicurezza e tranquillità a livello locale, di progressi e di soluzioni concrete, e queste si raggiungono attraverso il dialogo e il confronto, che deve avvenire in modo costruttivo e andando oltre la polarizzazione politica.
Christian Vitta,
Presidente del Governo