BAK Economics ha rivisto al ribasso le sue previsioni di crescita del PIL svizzero per il 2023, portandole allo 0,5% (in precedenza +1,1%).
Alla luce della straordinaria situazione dei mercati energetici europei e dell’incertezza sull’andamento della pandemia in inverno, sussiste quindi il rischio considerevole di un’evoluzione ancora peggiore, ossia fino a una recessione pronunciata.
Le esportazioni risentono della recessione nell’eurozona e dell’indebolimento della domanda statunitense
«Per molti dei partner commerciali europei della Svizzera, il pericoloso mix composto da carenza energetica e aumento massiccio dei prezzi di gas ed elettricità sta già avendo degli effetti di carattere recessivo» afferma Martin Eichler, capo economista. La tendenza al ribasso si intensificherà ulteriormente nei mesi invernali, durante i quali ci sarà grande richiesta di energia. I prezzi costantemente elevati dell’energia riducono le possibilità di spesa delle famiglie e delle imprese.
Anche la domanda e la produzione economica complessiva saranno rallentate dalle misure di risparmio e dai cambiamenti nell’offerta energetica europea. A ciò si aggiunge l’inasprimento della politica monetaria, che nei prossimi mesi avrà un impatto crescente non solo in Europa.
I prezzi elevati dell’energia pesano sempre più sulla domanda interna e sui margini di guadagno
Per quel che riguarda l’economia nazionale, in Svizzera l’aumento dei prezzi dell’energia ha un impatto contenuto rispetto a molti altri Paesi europei. Questo grazie a un minore dispendio energetico e all’apprezzamento del franco svizzero.
Ciononostante, gli aumenti dei prezzi continuano a far salire l’inflazione in Svizzera, che nei prossimi mesi potrà sensibilmente frenare l’attività
economica. Un altro importante fattore alla base dell’aumento dei prezzi dell’energia sarà trasferito ai consumatori svizzeri, seppur con un certo ritardo, soprattutto nel caso dell’elettricità. Pertanto, questi effetti si protrarranno fino al 2023 anche in caso di un allentamento dei mercati
globali.
Sviluppo economico svizzero in leggero calo nell’inverno 2023
Nel complesso, BAK Economics prevede che l’economia svizzera ristagni solo nel quarto trimestre del 2022 e diminuisca leggermente nel primo trimestre del 2023 (-0,1% rispetto al trimestre precedente). «Dopo un inverno contraddistinto da un andamento recessivo ci si può aspettare un graduale alleggerimento della situazione a partire dal secondo trimestre del 2023 quindi una ripresa dell’attività economica», afferma Alexis Körber, responsabile delle previsioni di BAK Economics.
Per l’intero 2023, BAK Economics prevede in Svizzera una crescita economica molto contenuta, pari allo 0,5% (previsione di agosto 2022: +1,1%, mentre nel mese di giugno 2022 si presumeva ancora un +1,7%). Nell’anno in corso, la ripresa economica consente invece ancora un’espansione del PIL pari al 2,0%, soprattutto grazie agli effetti di recupero post pandemia.
I principali scenari previsionali mostrano un forte rischio di recessione
BAK Economics ipotizza che la tensione e i prezzi sui mercati del gas e dell’elettricità rimarranno molto alti per diversi mesi, ma che si potranno evitare razionamenti o addirittura interruzioni della fornitura di energia. Nonostante le grandi sfide legate all’approvvigionamento energetico (l’uso dell’energia come arma, i necessari lavori di manutenzione nelle centrali nucleari francesi, la siccità, ecc.) questo è lo sviluppo più probabile in considerazione delle attuali condizioni di partenza.
Tuttavia, se contrariamente a queste ipotesi si verificheranno forti razionamenti e carenze, anche in Svizzera sarà inevitabile assistere a una recessione. Come sottolinea Martin Eichler, «a seconda dell’entità e della durata delle restrizioni, gli effetti potrebbero essere persino più drammatici di quelli della pandemia di Covid-19. Pertanto, è fondamentale prepararsi fin da ora introducendo delle contromisure per ridurre la probabilità che questa situazione si
concretizzi».
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