Da anni presso il Centro di formazione professionale della Società svizzera impresari costruttori che ho l’onore di dirigere, la sfida quotidiana è quella di cercare, attraverso un grande lavoro di collaborazione con le diverse associazioni professionali del settore edile presenti, di poter, certo formare giovani apprendisti a supporto diretto delle aziende, ma sempre più, riuscire a proporre dei percorsi di formazione continua per chi già opera come professionista nel settore edile.
Corsi per un settore che, solo apparentemente ed erroneamente, attraverso una sguardo esterno e un po’ superficiale, potrebbe apparire statico e tradizionale.
Questo perché la natura delle professioni del settore edile restano e si ancorano (questo, lasciatemelo dire, ancora e per fortuna) ad una evidente concretezza. Quel famoso “tocco e vedo quello che faccio”, quel “realizzo qualcosa di concreto”, lì da vedere insomma. Aspetti questi che non a caso ancora oggi sono le caratteristiche che più i nostri giovani mettono in evidenza e raccontano come punti forti quando sono invitati a parlare del loro lavoro in ambito edile.
Ma proviamo a descrivere la situazione attraverso qualche numero. Annualmente presso il Centro di professionale SSIC di Gordola, dove confluisce l’attività formativa di 16 associazioni professionali del settore edile (quasi tutte) per 33 iter formativi di base diversi (per intenderci muratori, elettricisti, falegnami, pittori, gessatori, metalcostruttori, costruttori stradali, ecc.), sono più di 1’700 i giovani apprendisti che lo frequentano e, aspetto ancora più rilevante, sono più di 6’500 le maestranze che ci raggiungono per seguire momenti formativi, corsi di formazione continua, sia in preparazione ad esami federali professionali sia per frequentare corsi settoriali di aggiornamento o per il rilascio di patenti per l’utilizzo di macchine e macchinari da cantiere.
Numeri questi che ci raccontano di un volume molto importante di formazione che interessa il settore edile. Numeri che da anni sono in costante crescita soprattutto per quanto concerne le offerte di aggiornamento professionale. Numeri che quindi forniscono, se conosciuti, un quadro ben diverso dalla percezione diffusa di settori professionali apparentemente “statici” perchè tradizionali. Le rivoluzioni formative e professionali in atto in tutte le professioni sono ben presenti anche in quello edile.
Basti pensare al vigoroso sviluppo della tecnologia dei materiali, delle relative tecniche di utilizzo e messa in opera, un’evoluzione costante quasi giornaliera che vede il settore edile confrontarsi da protagonista con la grande sfida dell’aggiornamento e della riconversione del patrimonio edile nuovo ed esistente, per un futuro possibile solo se declinato nel solco generale della sostenibilità di materiali e manufatti. Tutti aspetti ormai entrati in modo trasvesale in tutti gli ambiti formativi.
Un livello qualitativo e tecnologico che presuppone un costante aggiornamento tecnico e formativo dove parole come “digitalizzazione”, che fino a qualche anno fa potevano spaventare, stanno trovando, a poco a poco, ma sempre nella consapevolezza concreta e operativa ed ultima di cui si accennava sopra, una loro importante declinazione.
Certo il settore edile non sarà mai uno di quei settori ad altissimo tasso tecnologico, il cui prodotto nasce e si sviluppa interamente come un prodotto virtuale, ma è anche giunto il momento di far comprendere come di fatto, il digitale declinato in tecnologia stia entrando a piene mani anche nei più semplici processi lavorativi del nostro settore e questo soprattutto in quella determinante fase di sviluppo progettuale e di gestione diretta delle organizzazioni. Strumento per gestione e mezzo per migliorare la qualità del lavoro. Un fronte ormai integrato e onnipresente in una diffusa parte del processo edificatorio, dove l’alto grado di tecnologia è un compagno di viaggio presente e permeante a tutti ilivelli.
In concreto in questi anni, se restiamo sugli aspetti di digitalizzazione entrati direttamente nelle procedure di insegnamento e gestione, esempi non ne mancano. Dal punto di vista gestionale ormai da anni tutte le associazioni professionali del settore edile che devono gestire corsi di formazione con un numero elevato di corsisti si appoggiano e hanno sviluppato interessanti software di gestione e di didattica assorbendo progressivamente gli standard più diffusi a livello svizzero.
In questo le reti associative nazionali e la struttura della formazione professionale che si sviluppa in modo abbastanza uniforme sul territorio nazionale, ne stanno certamente facilitando l’introduzione. Ad esempio nel settore principale dell’edilizia, quello delle imprese di costruzione per intenderci, da anni si collabora con gestionali concepiti e sviluppati ad hoc che integrano gli aspetti di gestione della formazione con le procedura di valutazione ed assegnazione delle note, mentre da due anni tutta la formazione continua in preparazione agli esami federali professionali, si sviluppa con l’utilizzo di una piattaforma didattica che consente ai corsisti di lavorare sia in aula in presenza che da casa ed interagire costantemente nel periodo formativo tra allievi e docenti. Piccoli grandi esempi comuni ai nostri settori che ci confermano come l’evoluzione è in corso allineandosi e dando riscontro e risposta al contesto di digitalizzazione diffusa che contraddistingue le nuove generazioni.
Certo poi, orgogliosamente nel nostro settore la concretezza del lavoro, le sapienti mani che caratterizzano la messa in opera, restano un momento fondante, ed oserei dire oltre che essenziale, anche espressione completa, finale ed ultima, del nostro fare. Ed è certamente qui che si deve collocare la grande sfida formativa presente e futura. Un processo che, ne siamo sicuri, tenderà sempre più comunque, probabilmente rafforzando, a dare valore ai percorsi formativi completi, quei percorsi che si sviluppano, passo dopo passo, dalla progressiva conoscenza della materia concreta diretta e, diciamolo pure, faticosa del lavoro e della sua realtà di cantiere, per poi cogliere maturando sfide e compiti sempre più determinanti nella gestione dei lavori di edificazione.
Chiedete infatti a qualsiasi imprenditore qual è e sarà sempre il suo quadro dirigenziale o il suo collaboratore ideale per lo sviluppo e la crescita della propria impresa. La risposta non potrà essere che una: chi in cantiere è cresciuto. Chi da muratore, per esempio, ha continuato a crescere e progredire nell’assunzione di compiti sempre più complessi, attraverso la formazione di capo muratore o tecnico dell’edilizia, chi poi ha proseguito la sua crescita con diplomi federali superiori come ad esempio quello d’impresario costruttore, o di gestione aziendale, partendo e portando con sè per sempre, la conoscenza e la fatica del fare quotidiano, una conoscenza profonda che solo il cantiere ti può dare. Quel cantiere che ti resta dentro, quel cantiere che sarà in grado sempre, comunque e soprattutto nel tempo, di farti fare la differenza.
Arch. Paolo Ortelli,
Direttore Centro di formazione professionale SSIC Ti Gordola