Questa miscela di competenze, rinforzata dal dialogo con altri esperti del settore e con potenziali clienti, ha portato all’ideazione di un concept basato su semplicità, flessibilità, riduzione dei costi, elettrificazione e pragmaticità che, al tempo stesso, è fattibile dal punto di vista tecnico e possiede intrinsecamente un ottimo potenziale di mercato.
In breve, si tratta di un velivolo multirotore a pilotaggio remoto (drone), con motori elettrici e un carico utile fino a 500 kg. «La peculiarità del progetto consiste nell’adozione di una modularità piuttosto ampia: il velivolo è infatti suddiviso in tre moduli, e per ogni modulo ci sono diverse varianti intercambiabili tra loro. Di fatto si tratta di una piattaforma e non di un singolo velivolo» ci spiega tecnicamente Emanuele.
Il modulo Lift, che mantiene il velivolo in volo, consiste in un corpo centrale contenente l’elettronica per il controllo e quattro bracci, ognuno con due rotori. È già prevista una variante per il pilotaggio a vista potenziato e una per il pilotaggio solo tramite segnale video. Il modulo Energy, che fornisce invece l’energia elettrica necessaria, è inizialmente basato su versioni elettriche e ibride ma non si escludono sviluppi futuri data la continua evoluzione nel campo dell’elettrificazione dei motori. Il terzo e ultimo modulo è il Payload che trasporta il carico utile. Anche qui di base si prevedono due varianti: una costituita da un semplice pattino d’atterraggio per il trasporto di carichi esterni (imbracati) e l’altra, invece, costituita da una fusoliera chiusa, per il trasporto di carichi interni. «L’idea è quella di sviluppare nel tempo altre soluzioni in risposta alle richieste del mercato, nonché moduli completamente personalizzabili per esigenze particolari dei clienti. In una seconda fase, si potrà anche puntare sul trasporto di passeggeri» aggiunge con entusiasmo Emanuele.
L’obiettivo è quello di offrire un mezzo alternativo agli elicotteri e conquistare quella fetta di mercato di utenti che, ad oggi, sono costretti a usare elicotteri perché non hanno soluzioni alternative e più convenienti. Sebbene Rotorborne intenda partire dal settore dell’edilizia, la prospettiva è quella di innescare una spirale virtuosa, grazie alla modularità del prodotto che lo rende versatile per diverse applicazioni e in diversi settori.
Il progetto è molto ambizioso e richiede molti fondi, ma il ritorno è altrettanto promettente. Per questo motivo i due fondatori hanno deciso di suddividere lo sviluppo di Rotorborne in quattro fasi di complessità e fondi crescenti. Attualmente sono alla ricerca di fondi per la prima fase che consiste nel progettare e costruire un prototipo in scala, che servirà poi ad attivare altri finanziamenti, avviare collaborazioni con università e attrarre fondi più sostanziosi per le fasi successive.
Emanuele e Mathias intendono fondare l’azienda nei prossimi mesi in Ticino, in quanto ritengono che sia il luogo ideale per diversi motivi. Innanzitutto, per la presenza di competenze a livello locale e nelle due zone adiacenti: Zurigo-Losanna all’avanguardia nel settore dei droni e Lombardia-Piemonte con grande tradizione nel settore aeronautico.
In secondo luogo, perché il Cantone persegue una chiara politica economica che punta all’innovazione, per esempio con la sua agenzia per l’innovazione Fondazione Agire o con il Centro competenze Droni presso l’aeroporto di Riviera, parte dello Switzerland Innovation Park Ticino.
Di fatto, il primo passo in Canton Ticino è già stato fatto l’anno scorso, quando il progetto Rotorborne ha partecipato alla competizione per startup Boldbrain Startup Challenge, entrando nella rosa dei 10 finalisti. L’acceleratore è stato un’occasione per entrare in contatto con esperti locali, ma anche per riassumere quanto fatto fino ad allora in un business plan che poi è stato ulteriormente sviluppato da Emanuele in occasione della sua tesi di MBA presso l’Università di San Gallo.
Fiorenza Trento,
Resp. Marketing e comunicazione Fondazione Agire
www.rotorborne.com | www.agire.ch