Con circa 12 500 diplomate e diplomati ogni anno, l’apprendistato di commercio rappresenta la formazione di base più amata in Svizzera. Per esaminare le condizioni di lavoro durante e dopo l’apprendistato, l’ingresso nel mondo del lavoro e i piani futuri dei giovani professionisti e professioniste, la Società degli impiegati del commercio Svizzera svolge dal 2006 un sondaggio tra le diplomate e i diplomati CFP e AFC della formazione di base a impostazione aziendale (FOA) e della formazione di base a impostazione scolastica (FOS). Alla prima tornata del sondaggio, svolta a luglio 2023, hanno partecipato 3879 persone, quindi poco meno di un terzo di tutti coloro che avevano concluso l’apprendistato di commercio in Svizzera, mentre i partecipanti alla seconda
tornata, nel novembre 2023, sono stati 1165.
Percezione positiva dell’apprendistato di commercio
«Nel complesso, il 92,8% dei partecipanti ha confermato di sentirsi da ben preparato a molto ben preparato per il mondo del lavoro grazie alla formazione commerciale di base», ha spiegato Svenja Albrecht, collaboratrice di progetto Politica di formazione, responsabile del sondaggio di quest’anno. Con 5,1 punti su 6 l’azienda viene indicata come luogo di formazione preferito. Seguono la scuola con 4,2 punti e i corsi interaziendali (CI) con 3,8 punti. «Ciò evidenzia chiaramente l’apprezzamento per la parte di formazione svolta in azienda e sottolinea il ruolo dei formatori in azienda, capaci di trasmettere la passione per la professione alla futura generazione».
Ingresso efficace nel mondo del lavoro
Come in passato, l’apprendistato di commercio si riconferma l’ingresso ideale nel mondo del lavoro: al momento della seconda tornata del sondaggio, nel novembre 2023, la maggior parte delle diplomate e dei diplomati (70,7%) stava lavorando (cfr. grafico 2). «Si tratta di 4,8 punti percentuali in più rispetto all’anno precedente», sottolinea soddisfatta Albrecht. Circa il 21,0% si colloca in una situazione non-lavorativa post-apprendistato, ad esempio una formazione continua, un soggiorno linguistico o il servizio militare. Solo il 5,2%, sempre a novembre 2023, è effettivamente alla ricerca di un impiego.
Salari più alti per le impiegate e gli impiegati di commercio che si inseriscono nel mondo del lavoro
Anche quest’anno il sondaggio si è concentrato sui salari di chi entra nel mercato del lavoro. Sebbene la media dei salari per chi si inserisce nel mondo del lavoro nel 2023 sia aumentata di CHF +1300.– rispetto all’anno precedente, poco meno del 20% delle diplomate e dei diplomati continua a percepire un salario al di sotto delle raccomandazioni salariali formulate per il 2023 dalla Società degli impiegati del commercio Svizzera di CHF 54’080.- (cfr. grafico 3). Tali raccomandazioni salariali sono state corrette al rialzo per il 2024 alla luce del rincaro, affinché diplomate e diplomati possano contare su un compenso equo.
«Il riconoscimento si esprime anche attraverso il salario, come mostrano le attuali trattative salariali», mette in guardia Albrecht. «Anche le giovani e i
giovani che si stanno inserendo nel mondo del lavoro devono ricevere un giusto compenso per il proprio lavoro. Soprattutto in un momento di carenza di personale qualificato in cui le aziende sono alla ricerca di forza lavoro ben formata, le diplomate e i diplomati hanno la possibilità di contrattare un buon salario iniziale». Per questi motivi, la Società degli impiegati del commercio Svizzera rivendica un salario minimo di CHF 58’500.- per chi entra ora nel mondo del lavoro.
Prassi problematiche per le ore supplementari
Poco meno della metà dei partecipanti indica di dover effettuare regolarmente ore supplementari durante la formazione di base, in media 2 ore la settimana (cfr. grafico 4). Circa il 10% indica addirittura di prestare ore supplementari quotidianamente. Un ulteriore 25,1% dice di non riuscire a gestire il carico di lavoro senza tali ore supplementari. Albrecht conferma: «È un trend assolutamente preoccupante. Prestare frequentemente ore di lavoro supplementare può ripercuotersi negativamente sulla salute psichica e sul successo della persona in formazione».
Ad esempio, il 17,1% delle persone in formazione indica di trovare a volte impegnativo il dover svolgere straordinari e un ulteriore 2,8% descrive le ore supplementari come un carico oneroso. Inoltre, per una quota importante delle persone in formazione, quasi il 6%, non vi è stata compensazione delle ore supplementari, prassi vietata dal diritto del lavoro.
Carenze a livello di politica BYOD e di partecipazione alle spese del materiale scolastico
Particolarmente deludente è la constatazione che oltre il 50% delle diplomate e dei diplomati abbia dovuto pagare di tasca propria e portare a scuola i propri dispositivi elettronici senza alcuna partecipazione finanziaria da parte dell’azienda (cfr. grafico 5). Ciò penalizza in particolare le persone in formazione provenienti da economie domestiche meno abbienti. «Questo crea problemi a più livelli», prosegue Albrecht. «Non deve succedere che i giovani rinuncino all’apprendistato di commercio poiché non hanno i mezzi per permettersi un laptop, come previsto dalle disposizioni BYOD della scuola professionale».
La posizione della Società degli impiegati del commercio
Svizzera a riguardo è molto chiara: se un’azienda non può mettere a disposizione di apprendiste e apprendisti i dispositivi elettronici necessari, deve farsi carico dei costi per il loro acquisto. Lo stesso vale per le spese per il materiale scolastico: «Le aziende non devono solo provvedere a libri o altro materiale fisico, ma anche offrire un supporto per piattaforme didattiche digitali», afferma Albrecht. «Purtroppo il 27,6% dei partecipanti al sondaggio indica che la propria azienda non ha sostenuto i costi di nessun materiale scolastico». Per un altro 32% delle persone in Società degli impiegati del commercio Svizzera
formazione le aziende si sono fatte carico dei costi solo in parte. Meno della metà delle aziende (40,5%) ha coperto per intero le spese del materiale scolastico.
Le aziende devono adempiere al proprio obbligo di tutela
La Società degli impiegati del commercio Svizzera ritiene vi sia ampia necessità d’intervento, soprattutto alla luce del nuovo apprendistato di commercio. Tutte le persone che iniziano la formazione nell’estate del 2024 dovranno affrontare gli esami finali con la nuova politica BYOD. Albrecht lancia un appello: «Esortiamo le aziende a adempiere al proprio obbligo di tutela: i salari di chi accede al mondo del lavoro devono essere aumentati e, nella misura del possibile, vanno evitate ore supplementari durante l’apprendistato. Qualora non sia possibile evitarle, devono essere tassativamente compensate o pagate. Deve essere inoltre garantito il finanziamento del materiale scolastico e dell’attrezzatura BYOD.
Solo in questo modo si può garantire che giovani da tutti gli strati sociali abbiano l’opportunità di svolgere un apprendistato di commercio». Al fine di chiarire e migliorare la situazione relativa alla pratica del BYOD, la Società degli impiegati del commercio Svizzera ha inviato una lettera alla Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione SEFRI chiedendo una presa di posizione.
Per sapere di più: sicticino.ch/mediacorner