La pressa per l’uva non suggerisce solo il nome, ma è anche il simbolo del nuovo Charme Hotel Al Torchio che si trova nel nucleo storico di Ascona. Il torchio, che sulle foto d’epoca è immortalato al centro del cortile interno, esiste ancora oggi e adorna la nuova cantina dei vini nel sottosuolo, dove è stato portato con la dovuta accortezza insieme al poderoso blocco di pietra di 600 chili su cui poggiava. Il torchio rappresenta a sua volta anche l’intera costruzione, un elegante connubio tra il passato e il futuro. Questo misto di vecchio e nuovo era anche l’obiettivo di Piergiorgio Nessi, proprietario dello stabile e al tempo stesso committente e direttore dell’albergo.
Creare qualcosa di nuovo
La progettazione volta a rendere un tutt’uno i precedenti cinque edifici indipendenti che occupavano il fondo era iniziata una decina di anni fa. «Fino ad allora il più conosciuto ospitava il negozio di alimentari Naretto, presente qui in Via Borgo da ormai 50 anni», racconta Piergiorgio Nessi, «e proprio accanto c’erano un ristorante e un bar.» Come dimostrano le vecchie foto, nel cortile interno si trovavano già i tavoli del ristorante, disposti attorno al maestoso torchio posizionato al centro. «Alcuni elementi della costruzione risalgono persino al tredicesimo e quindicesimo secolo». Dopo che diverse parti erano già state risanate negli anni 1990, nel 2012 la famiglia ha dovuto affrontare la questione se vendere o ristrutturare il tutto. «Ma per me era chiaro, qui volevo creare qualcosa di nuovo: un bell’albergo in centro Ascona.»
Pompa di calore e caldaia a gasolio
Nel 2016 l’intera progettazione era giunta al termine e la ristrutturazione poteva iniziare. «Per preservare il più possibile la sostanza edilizia esistente abbiamo dovuto procedere con molta cautela», spiega Piergiorgio Nessi. «E dovevamo anche essere sempre pronti ad affrontare le sorprese.» Il terreno su cui sono stati eretti i vecchi muri in pietra è costituito da sabbia, «perciò abbiamo dovuto in parte stabilizzarli con dei supporti in calcestruzzo.»
Gli impianti tecnici sono stati creati ex novo. Nella realizzazione erano coinvolti il capo progetto Simone Piffero dello studio di progettazione Protec SA e l’installatore Lorenzo Fornera della ditta installatrice Bai Angelo e figlio SA. Per Meier Tobler sono intervenuti Luca Molo, responsabile del Centro di competenza produzione calore in Ticino, e il suo team.
Come spiega Simone Piffero, sin dalle prime battute era chiaro che per motivi di spazio si potevano trivellare solo quattro fori a una profondità di 150 metri per altrettante sonde geotermiche: «Per noi voleva dire che la pompa di calore non era di per sé sufficiente e che dovevamo integrare un secondo elemento generatore nel sistema. Alla fine la scelta è caduta su una moderna caldaia a gasolio.»
La Meier Tobler SA ha quindi proposto i prodotti ideali per questo progetto.
L’installatore Lorenzo Fornera sottolinea un’altra funzionalità dell’impianto bivalente: «Tramite uno scambiatore sfruttiamo il calore residuo proveniente dalle celle frigorifere per preriscaldare l’acqua utilizzata per la produzione di acqua calda.» Al piano terra, dove si trovano il ristorante, il bar e la ricezione, la distribuzione del calore avviene con un riscaldamento a pavimento, mentre ai piani superiori si utilizzano ventilconvettori. Questi ultimi permettono agli ospiti di regolare individualmente la temperatura nelle camere.
Con la gru nel locale tecnico
Durante i lavori di costruzione, nel cortile interno, oggi punteggiato di tavoli, sedie e ombrelloni, c’era un grosso scavo per la posa di condotte e canali di scarico dell’acqua. «A 12 metri di profondità ci siamo imbattuti in un vecchio pozzo che abbiamo reso di nuovo accessibile», si rallegra Piergiorgio Nessi. Tra la ricezione e il bar è stata praticata un’ulteriore apertura, attraverso la quale sono stati introdotti tutti gli elementi dell’impiantistica mediante una gru. Nel frattempo si trovano ben ordinati in un locale tecnico compatto sotto il cortile interno e provvedono al riscaldamento e alla produzione di acqua calda degli edifici.
L’elemento centrale del sistema è la pompa di calore reversibile Oertli SI-GEO SQ R di 22,8 chilowatt, affiancata da una caldaia a gasolio a condensazione Oertli OSCR 60 con una potenza che va da 30 a 60 chilowatt. Sono stati inoltre installati un accumulatore di calore da 1000 litri Oertli SHW 1007, uno scaldacqua da 1250 litri Oertli SFW0 1255 e un accumulatore ACS da 1000 litri Oertli SFW1 1005.
Ora che l’albergo ha aperto i battenti dopo i lunghi lavori di costruzione, tutti i partecipanti sono orgogliosi del risultato. E Piergiorgio Nessi non vedeva l’ora di poter accogliere i primi ospiti nel suo nuovo albergo: «Sono felice che abbiamo raggiunto questo obiettivo.»