Simone Gianini, a novembre voteremo su un pacchetto di opere del Programma di sviluppo strategico (PROSTRA) delle strade nazionali. Ci spiega di cosa si tratta?
Il buon funzionamento della rete stradale nazionale (beninteso assieme a quella ferroviaria), che data oramai di diversi decenni, ha bisogno di importanti investimenti nella manutenzione e nel suo ammodernamento. Nel settembre 2023 il Parlamento federale aveva approvato, oltre al credito quadro per la manutenzione dei prossimi anni, anche cinque progetti di sviluppo, pronti per essere realizzati e volti ad eliminare altrettanti colli di bottiglia che impediscono la fluidità. Nello specifico, si tratta della costruzione della terza galleria del Rosenberg a San Gallo, del secondo tubo del tunnel di Fäsenstaub a Sciaffusa, del tunnel del Reno a Basilea, di una corsia supplementare per senso di marcia sul tratto Wankdorf-Schönbühl-Kirchberg a Berna, così come tra Le Vengeron, Coppet e Nyon, nei Cantoni di Ginevra e Vaud. Contro questi progetti alcune associazioni ambientaliste hanno lanciato un referendum e per questa ragione saremo chiamati al voto a fine novembre.
Perché sono necessari questi nuovi investimenti?
Diciamo subito che l’autostrada, pur rappresentando meno del 3% delle strade in Svizzera, assorbe oltre il 40% del traffico privato e il 70% di quello delle merci su strada, garantendo così una parte essenziale della mobilità, anche per gli scambi commerciali interni, del nostro Paese. Negli ultimi 10 anni, malgrado i chilometri percorsi da tutti i veicoli siano aumentati soltanto del 5,3%, le ore di colonna complessive sono raddoppiate (+100%), superando le 40’000 ore. E la tendenza, con l’aumento previsto della popolazione e il sempre crescente bisogno di mobilità, è quella di un incremento esponenziale. Ecco perché occorre eliminare i colli di bottiglia responsabili di una gran parte di quelle colonne, ciò che il Programma della Confederazione si propone appunto di fare.
Quali saranno i benefici se passerà il sì?
Oltre a far scorrere meglio il traffico su quei tratti autostradali (per inciso, si tratta di quelli più trafficati della Svizzera) il miglioramento più importante riguarderà anche i centri abitati adiacenti, oggi soffocati dal cosiddetto traffico parassitario che, per evitare le code in autostrada, si riversa sulle strade cantonali e comunali. Il principio, che ha mosso il Consiglio federale e il Parlamento e che anche io sostengo, è semplice: il traffico stradale deve essere concentrato in autostrada, in modo da evitare che attraversi le aree residenziali, le quali devono restare per quanto possibile libere da colonne indotte da quegli spostamenti e quindi dall’inquinamento acustico e ambientale e dai rischi per la sicurezza che ne derivano. È lo stesso principio per cui non va ostacolato, ma fluidificato il traffico sui principali assi di collegamento all’interno degli agglomerati urbani, per evitare che si sposti su quelli secondari, invece che limitare nella velocità e nel loro utilizzo ai residenti per impedire quello parassitario.
I progetti in votazione riguardano la Svizzera interna e la Romandia. Perché anche il Ticino dovrebbe sostenerli?
Senza dimenticare il principio di solidarietà nazionale, uno dei valori fondanti del nostro Paese, e il fatto che tutti – presto o tardi – utilizziamo la rete autostradale anche in altri Cantoni (lo stesso principio è valso per l’approvazione della costruzione del secondo tubo al Gottardo), restando sulle conseguenze pratiche del voto, le cittadine e i cittadini del nostro Cantone devono essere coscienti che una bocciatura popolare di questi progetti avrebbe conseguenze gravi anche per il Ticino, non meno interessato da futuri interventi di miglioramento della rete autostradale, oramai in più punti (penso in particolare nel Mendrisiotto e nel Locarnese, dove peraltro ancora nemmeno c’è) satura e vetusta. I referendisti incentrano infatti la loro campagna su una motivazione ideologica, secondo il motto: “basta investire nelle autostrade”. Una posizione che, se accolta, avrebbe la conseguenza di bloccare a cascata anche i futuri progetti di ampliamento della rete autostradale, compresi quelli previsti in Ticino, collegamento A2-A13 (Bellinzona-Locarno) in testa.
Chi critica simili nuovi progetti insiste sul fatto che si continua a utilizzare denaro pubblico per le strade invece di investire sulla ferrovia. Che cosa risponde?
Occorre anzitutto precisare che i progetti di manutenzione e sviluppo della rete autostradale sono finanziati con le tasse che per legge già vengono pagate dagli utenti della strada (il supplemento alla tassa sugli oli minerali, la vignetta autostradale, ecc.) proprio con quello scopo e che la loro realizzazione non comporta quindi alcun onere supplementare per i contribuenti. Inoltre, bisogna sapere che le strade nazionali e il trasporto ferroviario sono finanziati da fondi differenti. Ciò significa che il budget per eliminare i colli di bottiglia sulle strade nazionali è indipendente da quello del traffico ferroviario, che pure è dotato di miliardi stanziati dalla Confederazione e, ritengo giustamente, non osteggiato nel suo utilizzo per i progetti di ampliamento della rete ferroviaria.
I due strumenti di finanziamento, così come i due sistemi di mobilità (strada e ferrovia, che pure non potrebbe assorbire l’intera domanda di mobilità della nostra popolazione) non sono e non devono quindi essere visti in concorrenza, ma complementari.
Simone Gianini,
Consigliere nazionale
www.avanzare-insieme.ch