Occorre premettere che non è la prima volta che a livello federale si cerca di modificare il sistema vigente. Ci aveva provato, già diverse volte, il Consiglio federale, l’ultima volta nel 2008, seguita anche dalle iniziative popolari federali bocciate per una manciata di voti. I proprietari di abitazioni contestano, infatti, l’imposizione di un “reddito fittizio” su un oggetto, la casa, che non produce loro redditi. Giuridicamente, il valore locativo si configura come un “reddito in natura”, che va ad aggiungersi agli altri proventi del contribuente. Si tratta di un’entrata di utilizzazione che ha un valore economico, corrispondente alla pigione che il proprietario conseguirebbe dando il suo immobile in locazione a terzi.
Attraverso l’uso, il proprietario risparmia una spesa indispensabile – la pigione – che altri contribuenti devono, invece, sostenere. L’imposizione del valore locativo costituisce, dunque, un elemento della tassazione del reddito netto complessivo. Per le abitazioni primarie, il Tribunale federale permette una riduzione fino al 60% del valore di mercato al fine di incentivare la promozione delle abitazioni come stabilito dall’art. 108 della Costituzione federale (Cost.).
L’Alta Corte ha chiarito che, dal punto di vista della parità d’imposizione tra locatari, da un lato, e proprietari che abitano in un immobile di loro proprietà, dall’altro, il principio della parità di trattamento sancito agli artt. 8 e 127 Cost. non esclude soluzioni alternative al sistema vigente.
Aggiunge, tuttavia, che la mera soppressione dell’imposizione del valore locativo sarebbe incostituzionale in caso si mantenessero integralmente le deduzioni esistenti. Quale sia la soluzione da preferire è una decisione che dipende, sempre secondo il Tribunale federale, da considerazioni amministrative e di politica finanziaria.
La Commissione dell’economia e dei tributi del Consiglio degli Stati ha scelto un sistema “ibrido”, poiché il cambio di sistema nell’imposizione della proprietà abitativa continua a prevedere il mantenimento dell’imposizione del valore locativo per le abitazioni secondarie. Un tale sistema, ad esempio, è in uso in Italia e in Spagna.
Entrando nel merito del progetto di legge, questo stabilisce per le abitazioni primarie la soppressione del valore locativo, così come delle spese di manutenzione, delle spese di riattazione di immobili di nuova acquisizione, dei premi d’assicurazione e delle spese d’amministrazione da parte di terze persone, rispettivamente delle spese alternative forfettarie calcolate in una percentuale del valore locativo imponibile. Di conseguenza, se il sistema cambiasse e il valore locativo non venisse più tassato, queste spese diventerebbero indeducibili. Per quanto attiene alle abitazioni secondarie non è previsto un cambiamento di sistema: rimane immutata l’imposizione del valore locativo, così come rimangono in vigore le deduzioni, fatta eccezione degli interessi passivi.
Per quest’ultimi sono pendenti due varianti, entrambe più restrittive rispetto ad oggi: la prima, voluta dalla maggioranza della Commissione, intende vietare integralmente la deducibilità degli interessi passivi, mentre la seconda, scelta dalla minoranza, vuole limitarne la deducibilità in un massimo del 70% dei redditi della sostanza. Inoltre, le deduzioni extra-fiscali, come gli investimenti destinati al risparmio energetico e alla protezione dell’ambiente, nonché le spese di demolizione verrebbero soppresse ai fini dell’imposta federale diretta, mentre ai fini delle imposte cantonali, è lasciata ai Cantoni la scelta se mantenerle oppure no per un periodo temporale definito. Restano ammesse le spese per lavori di cura di monumenti storici. È, infine, prevista una deduzione di “primo acquisto” che consente ai neo proprietari di dedurre, fino ad un certo importo (10’000 franchi per i coniugi, 5’000 franchi per gli altri contribuenti) gli interessi passivi. La deduzione si riduce del 10% ogni anno per esaurirsi dopo 10 anni.
Come viene valutato il progetto?
Il Consiglio federale preferirebbe un cambio integrale del sistema che includa anche le abitazioni secondarie. La Commissione, tuttavia, ha escluso questa variante per evitare importanti perdite di gettito per i Cantoni turistici (quali, ad esempio, Ticino, Grigioni e Vallese), in cui sono presenti molte abitazioni secondarie.
I Cantoni e la Conferenza dei direttori cantonali delle finanze respingono la proposta e preferiscono la situazione attuale. Anche i partiti sono sostanzialmente divisi.
Lo scorso 6 maggio, la Commissione dell’economia e dei tributi del Consiglio nazionale si è discostata dalla proposta dell’omologa Commissione degli Stati, chiedendo di un cambio integrale del sistema o, in alternativa, di limitare il valore locativo al 60 o 70% della pigione di mercato. Ulteriori discussioni sono previste in agosto.
Il cambio di rotta della Commissione del Nazionale rimette però tutto in discussione. È, dunque, probabile che nemmeno questo tentativo andrà a segno!
Samuele Vorpe,
Professore SUPSI di diritto tributario
Responsabile del Centro competenze tributarie della SUPSI
of counsel at COLLEGAL Studio legale e notarile Attorneys at law