Un amore non si scorda mai! Chi nella propria vita si è dimenticato di un’auto che gli ha regalato soddisfazioni oppure il contrario? Quanti hanno pensato ai sacrifici che avrebbero dovuto fare per poter acquistare un mezzo, quello dei propri sogni o dei propri bisogni?
Il mercato dell’auto sta cambiando. Il futuro sarà riscritto probabilmente nei prossimi quattro o cinque anni. Per passione professionale amiamo analizzare le tendenze di determinati mercati, anche se fuori dalle solite misurazioni matematiche o statistiche. Forse perché la redazione e le analisi dei Business Plan ci conducono ad osservare segnali e fatti che provengono da diversi settori. Per questo ci siamo chiesti: cosa e come guideremo in futuro? A questo proposito molte domande sono sorte e abbiamo cercato di dare qualche risposta.
Le tendenze del mercato, a detta di molti esperti, ci porranno di fronte a diverse ipotesi e possibilità per il futuro dell’automobile. Queste riguardano principalmente:
- La mobilità delle persone
- L’auto elettrica
- La guida autonoma
Da logica di analisi riteniamo che dei tre punti citati i primi due siano di medio termine: 5-10 anni, il terzo probabilmente richiederà maggior tempo per sviluppi e test. Sulla futura mobilità delle persone possiamo scrivere molto considerate le aspettative, a partire dalla tutela ambientale. I fattori odierni da tenere in considerazione – per immaginare una tendenza – sono molteplici.
Utile sarebbe, confrontare negli anni il costo delle auto con gli stipendi, il costo della vita delle famiglie, i chilometri annui percorsi e la tendenza alla sostituzione del mezzo oltre che il prezzo del carburante e dell’elettricità. Anche i recenti fatti sicuramente contribuiranno, in questo senso, a disegnare il futuro. Negli ultimi anni l’ambiente sta influenzando molte scelte dei consumatori. Queste, però, per fattori contingenti sembrano subire battute d’arresto. Una delle motivazioni sta anche nel conflitto bellico tra Russia e Ucraina ed economico fra Russia e Occidente.
L’ingente quantità di gas e petrolio proveniente dal primo Paese, abbinato alle sanzioni internazionali, vincolano e stridono con le decisioni Russo-dipendenti. Inoltre, non da ultimo, le crescenti tensioni in alcune altre aree del mondo influenzano la produzione di componenti fondamentali della produzione di auto (es. chip). Le variabili sono molte e prevedere, per poi pianificare, risulta difficile.
Oggi non è più possibile pensare al futuro come un monoblocco occidentale. Si corre verso un bipolarismo guidato anche dai Paesi asiatici. Di questo deve essere tenuto conto. I tremendi scossoni che hanno destabilizzato il mondo in due anni e mezzo influenzeranno il futuro di molti mercati e di molte aziende. Errato pensare di poter continuare come prima! Le decisioni a lungo termine presentano aree di rischio difficilmente misurabili. Soprattutto ritenere che fra poco più di dieci anni l’Europa si muoverà solo con l’elettrico contrasta con previsioni, oggi, razionali, vista la situazione internazionale; specialmente quando il mercato non sarà “one way oriented” ma influenzato da molti altri aspetti che sono variabili fondamentali. Inutile e dannoso continuare con provocazioni reciproche tra i Paesi.
Attualmente un veicolo elettrico costa mediamente il 60% in più di un veicolo a combustione e circa 1/3 del costo oggi è legato alla batteria. Considerato il recente conflitto e le moltissime difficoltà economiche dallo stesso create il percorso verso una parità di costo, tra questi veicoli e quelli a motore termico, potrà subire rallentamenti. Il trend di crescita dei prezzi, anche speculativo, delle materie prime, del petrolio, del gas e il conseguente rincaro dell’energia stanno piegando molte economie.
I costruttori affrontano le difficoltà che si presentano con grande reattività e sostengono investimenti necessari al completamento dei cicli di produzione. Le future scelte dei consumatori, a nostro avviso, si concentreranno sui prezzi di acquisto, sui costi di proprietà e sulla comodità di ricarica delle auto elettriche. Questo richiederà delle modifiche nei modelli di business con lo spostamento ai prezzi, ai costi di manutenzione e alla rete di ricarica. Oltre all’incremento del numero delle colonnine dovrà necessariamente migliorare il tempo di erogazione dell’energia.
Il costo delle materie prime di un veicolo a motore tradizionale è quasi raddoppiato rispetto ai livelli pre-pandemia e pre-guerra. La differenza con le auto elettriche per contenuto di materie è enorme, sbilanciato per l’elettrico: cobalto, nichel e litio sono solo un esempio. Inoltre, la carenza di chip potrebbe creare sostanziali differenze rispetto alla produzione di Battery Electrical Vehicle.
La domanda futura di queste componenti da parte dei produttori di emissioni zero probabilmente crescerà costantemente! Quali conseguenze ci saranno? Nei mercati laddove esiste carenza di materie, giocoforza, ci saranno difficoltà nel sostenere e sviluppare questa produzione. Per il futuro allora potremmo forse immaginare un’auto utilizzata a “consumo”? Pago un corrispettivo proporzionale a ciò che utilizzo: non più esborsi o finanziamenti per acquistare ma pago per il servizio che ho bisogno?
Le spese delle famiglie (auto = soddisfazione di un bisogno) e delle aziende (auto = investimento = produzione ricavi), saranno sopportabili? Gli scenari sono difficili e restano ancora da definirsi. Alcuni pilastri sui quali trovavano fondamento i nostri “credo”, dati per consolidati solo poco più di 2 anni fa, sono ora più deboli. I rincari dei servizi e dei beni fanno schizzare in alto tutto ciò che da essi deriva.
Questi aumenti non corrispondono a maggiori entrate nel portafoglio delle famiglie. Ne consegue, quindi, che dobbiamo riposizionare le nostre scelte, rivedere la scala dei bisogni. I produttori dovranno, in qualche modo e necessariamente, incontrare le nuove richieste dei consumatori fuse nelle tendenze dei mercati. I Governi risponderanno con soluzioni economiche e politiche. Qual è oggi la scommessa? Riteniamo che le informazioni disponibili e i fatti non possano guidarci con sicurezza verso un futuro prevedibile e programmabile.
Sicuramente, fatte le debite proporzioni, una mobilità a consumo potrebbe essere una soluzione per molte persone e un’opportunità di investimento per molti “ventures” anche se pensiamo che lo “status symbol”, con il rapporto intimo che si è creato negli anni passati tra l’auto e il suo proprietario, sarà molto difficile da scalzare.
Giorgia Confalonieri,
Bachelor in Economia delle Imprese e dei Mercati
MSc Finance and Investment Business School, University of Nottingham
Franco Confalonieri,
Dottore Commercialista
Docente Business Plan al Master of Advance Studies SUPSI