Partiamo dalle origini: Signor Bernasconi, come è nata la sua ditta?
Marino: Mi sono formato come apprendista disegnatore di metalcostruzioni presso la Franzi SA e in seguito ho collaborato con la ditta di famiglia. Nel 1982 l’azienda familiare ha chiuso e io ho continuato con un mio ufficio tecnico, nel garage di casa, realizzando progetti esecutivi per varie ditte. È in quel periodo che il mio lavoro ha avuto una svolta decisiva, grazie ad un incontro fortuito con il rappresentante di una ditta di arredi per spogliatoi di Sciaffusa: mi ricordo che in quel periodo c’è stato un boom edilizio dovuto alla costruzione di nuovi edifici scolastici e, per questa ragione, l’azienda mi ha proposto un contratto di rappresentanza per la Svizzera italiana.
A facilitarmi il tutto è stata la mia conoscenza dello svizzero-tedesco, un vantaggio, rispetto a molti altri colleghi, che mi ha agevolato molto anche nei lavori successivi. Vista la crescente mole di lavoro, ho ingaggiato un collaboratore e una segretaria; e poi via via altre persone. La prima vera e propria sede è stata al WTC di Agno (nel 1996) e in seguito ci siamo trasferiti alla Piodella di Muzzano dove hanno iniziato a lavorare prima Alessandro e poi Andrea. In quel momento eravamo una decina di collaboratori e avevamo anche un’officina a Bioggio ma, qualche anno più tardi per far fronte ai bisogni crescenti, abbiamo cercato un terreno per una nuova sede e lo abbiamo trovato a Bedano, dove siamo ancora oggi.
Col passare degli anni abbiamo diversificato la produzione andando ad occupare altri settori e oggi possiamo contare su 32 collaboratori e un apprendista.
La Tettoia come ha visto la luce?
Marino: Un’azienda di Thun aveva messo una pubblicità di tettoie sul Foglio ufficiale del Canton Ticino. Un architetto mi chiese se fossi in grado di offrire questo tipo di servizio o se potessi richiederlo direttamente all’azienda visto che lui non parlava tedesco. Mi sono interessato telefonando al rappresentante per il Ticino che però non mi ha mai risposto.
Quindi mi sono rivolto direttamente alla sede di Thun per chiedere un’offerta. Da quel momento ho preso la rappresentanza per il Ticino di quei prodotti. In seguito, mi sono reso conto che potevo disegnare e produrre una mia linea di profili che avrebbero composto La Tettoia: dal 1994, data del primo profilo brevettato, ho iniziato a produrle. Nate come tettoie per auto, sono state poi adattate anche alle biciclette, alle entrate delle case, alle cassette per le lettere, ecc. In fondo, chi più chi meno, tutti abbiamo bisogno di una tettoia per riparare i nostri oggetti.
Anche il logo è nato un po’ per caso: un giovane grafico si è presentato nel mio ufficio chiedendo se avessi bisogno del suo aiuto. Ho preso la palla al balzo e gliel’ho fatto realizzare. Non ho più rivisto questa persona ma mi piacerebbe rivederla. Chissà…
Passiamo all’azienda di oggi con i figli Andrea e Alessandro che l’hanno presa in mano. Come siete organizzati?
Andrea: Io sono il direttore generale e con i vari capi-reparto componiamo la direzione, mentre il presidente del CdA è Alessandro, responsabile della parte amministrativa. La ditta può contare su un settore commerciale, uno tecnico, un ufficio acquisti e l’officina. Abbiamo anche un’azienda immobiliare (Arzhila SA) di cui Alessandro è direttore generale. Ognuno ha le proprie competenze che mette a disposizione dell’azienda in modo da compensarci a vicenda: io lo aiuto nella parte tecnica e lui mi da una mano per quella amministrativa.
Alessandro: Non è sempre facile lavorare insieme ma, con mio fratello e mio padre, abbiamo formazioni e competenze differenti con le quali non ci sovrapponiamo quasi mai e questo è sicuramente un vantaggio.
Avete anche un ramo dedicato alle consulenze?
Andrea: Sì, oltre a costruire e a vendere il prodotto possiamo garantire una consulenza per la domanda di costruzione, per eventuali analisi statiche, ecc. Questo grazie al personale qualificato che lavora con noi in azienda.
Oltre alla Tettoia, il vostro prodotto più conosciuto, da cosa è composta la vostra offerta?
Andrea: Possiamo contare su altri cinque marchi: Ciclopark (coperture per biciclette e motociclette, supporti per biciclette e monopattini, colonnine di ricarica e manutenzione), Berbox (cassette per le lettere e deposito pacchi), Trenntop (separazioni ad elementi modulabili adatte a cantine condominiali, scuole, ecc.), Gaia Line (elementi di arredo per spogliatoi) e Stendi (stenditoio universale per privati e condomini). Infine abbiamo altri prodotti di cui siamo rappresentanti per la Svizzera italiana che completano la nostra offerta. Nell’era Covid, abbiamo introdotto diversi sistemi di schermatura in plexiglas che sono stati usati anche presso il Palazzo delle Orsoline per le sedute del Gran Consiglio del Cantone.
Come avete vissuto gli ultimi due anni?
Andrea: Direi che siamo riusciti a cavarcela piuttosto bene e sono due le ragioni di questo buon andamento aziendale. Da un lato devo ringraziare mia moglie, che lavora nel settore sanitario, la quale un paio di settimane prima del lockdown mi aveva messo la pulce nell’orecchio su possibili chiusure. In quell’occasione abbiamo agito subito attivando l’home-office per tutti i nostri dipendenti. D’altro lato ringrazio mio fratello che, il primo giorno di lockdown, mi ha chiesto di fabbricare schermi di protezione in plexiglas da fornire a quelle attività che comunque dovevano restare aperte. Grazie a questo prodotto abbiamo potuto ottenere deroghe lavorative per alcuni dei nostri collaboratori, che ringraziamo ancora per la disponibilità, in modo da riuscire anche noi a rimanere aperti parzialmente.
In questi ultimi anni avete riscontrato un cambiamento nelle richieste dei vostri clienti?
Andrea: Abbiamo capito che il Ciclopark e quindi la mobilità lenta, ma anche il risparmio energetico, sono i prodotti sui quali puntare. In particolare, abbiamo introdotto un nuovo sottogruppo alla linea Ciclopark: oltre a City, Home, Parking e Design, abbiamo Ciclopark Energy, che raggruppa tutte le diverse tipologie di colonnine di ricarica munite anche di pannelli fotovoltaici.
Alessandro: In effetti la pandemia ha accentuato il bisogno di verde e di natura. Lo abbiamo notato con l’esplosione delle biciclette e dei monopattini elettrici. Siamo riusciti a inserirci nel “Mondo Green” che ci sta dando molte soddisfazioni sia in Ticino che oltr’Alpe. Ne è il simbolo il prodotto più conosciuto, la Tettoia, che negli ultimi anni è stata equipaggiata con una copertura verde e da la possibilità di accogliere i moderni pannelli fotovoltaici.
Avete anche una persona che si occupa di marketing. È importante questo aspetto per voi?
Andrea: Assolutamente sì. Per un’azienda familiare come la nostra avere una persona esperta che aiuta l’azienda a farsi conoscere e a pubblicizzare i prodotti è un valore aggiunto sul quale puntare per crescere sempre di più.
Qual’è il vostro sguardo verso il futuro?
Andrea e Alessandro: Sicuramente vogliamo continuare con tutti i nostri prodotti. Come detto, stiamo puntando molto sulla mobilità lenta e sulla realizzazione di nuove colonnine di ricarica che saranno la base per l’inserimento sul territorio di “Bike Station” (zona di soste attrezzate e funzionali).
Marino Bernasconi SA
www.marinobernasconi.ch