Grazie ai dati raccolti, è stato possibile aggiornare la mappatura delle infrastrutture presenti nel sottosuolo di un’area di oltre 80’000 metri quadrati nel territorio ticinese. Il progetto è stato finanziato dal Programma di Cooperazione Transfrontaliera INTERREG Italia-Svizzera e ha coinvolto l’Istituto scienze della Terra della SUPSI e la Divisione delle costruzioni del Dipartimento del territorio (DT).
I cantieri stradali per la realizzazione e la manutenzione delle reti tecnologiche e delle infrastrutture presenti nel sottosuolo hanno un grande impatto sulla viabilità, sulla vita pubblica e sulle attività commerciali, soprattutto in regioni con terreni montuosi e ricche di vie stradali strette come il Cantone Ticino. La durata di questi cantieri può essere influenzata dalla mancanza di una mappatura affidabile delle reti esistenti, fondamentale per un’ottimale pianificazione degli interventi di manutenzione e realizzazione delle reti tecnologiche.
Per rispondere a questa problematica, il progetto TERRA – mappaTura dElle Reti tecnologiche tRAnsfrontaliere – ha adottato il georadar, una tecnologia completamente non invasiva che utilizza la riflessione di onde elettromagnetiche per ottenere dati sulla posizione delle infrastrutture di servizio sotterranee. La tecnologia georadar è una risorsa preziosa per la raccolta di dati digitali affidabili, che consente di mappare in modo accurato la posizione e l’estensione delle reti sotterranee.
Le informazioni raccolte sono di grande utilità per i gestori delle reti e la pubblica amministrazione, perché indicano in quale luogo si può intervenire in sicurezza, riducendo il rischio di interruzioni delle forniture causate da guasti involontari durante gli scavi, con conseguenze sull’intera durata del cantiere e sul piano economico e finanziario.
Finanziato dal Programma di Cooperazione Transfrontaliera INTERREG Italia-Svizzera, il progetto ha permesso di valutare l’affidabilità delle attuali soluzioni tecnologiche basate su georadar con indagini estensive condotte in differenti contesti territoriali. Con oltre 180’000 metri quadrati di aree investigate, la campagna georadar condotta dal progetto TERRA è attualmente la più estesa attività di ricerca applicata a livello europeo nell’ambito della mappatura delle reti tecnologiche in territori prealpini e alpini.
In occasione della conferenza del 25 maggio, Manuel Lüscher, Deborah Briccola e Christian Ambrosi dell’Istituto scienze della Terra della SUPSI-Dipartimento ambiente costruzioni e design hanno sintetizzato le fasi del progetto che ha richiesto oltre due anni di lavoro. In primo luogo, sono stati identificati diversi contesti territoriali e operativi in cui svolgere le indagini e, all’analisi normativa, è seguita la creazione di linee guida di riferimento per gli interventi. A questa fase sono poi seguiti l’acquisizione sul campo dei dati e il confronto in termini di performance raggiunta in base al contesto operativo.
L’indagine ha permesso di indagare oltre 80’000 metri quadrati sul territorio del Cantone Ticino, in aggiunta a quelli sul territorio italiano, di competenza del Comune di Merano, capofila italiano del progetto.
L’elaborazione dei dati ha permesso l’aggiornamento della mappa dei sottoservizi nei siti investigati, mentre le conoscenze sviluppate sono state oggetto di trasferimento di competenze al personale delle pubbliche amministrazioni, ai tecnici e alle imprese e saranno il tema centrale di futuri corsi di formazione continua presso la SUPSI. Sono, inoltre, in fase di programmazione diversi incontri di formazione professionale rivolti alle amministrazioni, ai soggetti privati e ai portatori di interesse locali e transfrontalieri.
Jonathan De Bernardi, capo Area del supporto e del coordinamento della Divisione delle costruzioni del DT, partner di progetto, si è detto “soddisfatto della collaborazione portata avanti con l’Istituto scienze della Terra della SUPSI e curioso di comprendere quali ulteriori ricadute potrebbero esserci sul territorio, considerando anche i possibili interessi e il coinvolgimento di altre sezioni dell’Amministrazione cantonale.”