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Copertura autosilo centro Cocoon: un sistema statico stiloso 

Cocoon rappresenta un innovativo progetto immobiliare realizzato a Bussigny, nei pressi di Losanna. Il sito, che offre 38.000 m2 di spazi commerciali e di servizio, si è recentemente arricchito grazie a un piccolo gioiello architettonico progettato tra Ginevra e Bellinzona e realizzato in Ticino.

21 Maggio 2025
in Edilizia
Tempo di lettura:6 minuti di lettura
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Copertura autosilo centro Cocoon: un sistema statico stiloso 
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Questo progetto immobiliare, nato dalla collaborazione tra il gruppo CP Immo, promotore del progetto e ass architectes associés SA – un rinomato studio d’architettura con sede a Lignon-Ginevra – intende offrire uno spazio in cui estetica, funzionalità e sostenibilità si fondono in un equilibrio armonioso. Il complesso comprende quattro edifici moderni, che offrono una vista ininterrotta sull’ambiente naturale della regione e risultano strategicamente prossimi alle principali infrastrutture di trasporto della zona occidentale di Losanna.

Il sito dispone di 380 posti auto interrati; l’autosilo offre uno sbocco che porta i visitatori al centro di una generosa piazza pubblica, circondata da aree piantumate, perfettamente inserita nell’intero complesso. Proprio qui, a protezione dell’ingresso pedonale, è stato installato un elemento di copertura molto caratteristico, realizzato interamente in metallo. 

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La progettazione relativa a questa copertura è stata sviluppata tra Ginevra e Bellinzona mentre la fabbricazione è stata realizzata in Ticino grazie alle ottime sinergie nate tra lo studio ass architectes associés SA

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ANNUNCIO PUBBLICITARIO

e BlueOffice Architecture, rispettivamente con l’azienda di metalcostruzioni Mignami Corrado di Peccia, esecutore dell’opera.

Prefazione arch. Broggini

Il desiderio relativo al progetto di copertura per l’autosilo del centro Cocoon era quello di creare un sistema statico che fosse generato dall’incrocio di percorsi. Questi tragitti dovevano rappresentare l’espressione del cammino degli sforzi che fluivano dal perimetro esterno del tetto verso il centro, sul nucleo in cemento armato che fungeva da torre per l’elevatore.

Dato l’elemento centrale, che di fatto rappresenta l’elemento in grado di garantire gli accessi all’ampio autosilo, l’idea era quella di utilizzare gli angoli del quadrilatero in beton, appoggiando il dispositivo del tetto unicamente su quattro “fazzoletti” orizzontali. La dimensione di questi elementi è stata definita in base agli sforzi massimi di compressione accettabili dalla struttura in cemento armato.

La tecnica

Ogni appoggio è composto da un quadrilatero orizzontale con un elemento verticale saldato sulla sua diagonale. A questo “fazzoletto” vengono saldate le travi diagonali principali.

A livello planimetrico il disegno relativo alle travi principali e secondarie si sviluppa nel modo seguente:

  • Dato un quadrilatero centrale con vertici A, B, C, D e un quadrato di lato 9.0 m con vertici 1, 2, 3, 4, si creano i due seguenti circuiti chiusi
    1-B-3-D-(1) e 2-C-4-A- (2). 
  • Presentando i due relativi circuiti delle intersezioni, viene garantita una circolazione ottimale degli sforzi e una minor lunghezza di sbandamento delle travi. Parallelamente a questi tragitti vanno disposte le travi secondarie che si intersecano tra loro principalmente lungo quelle principali e, in due casi, lungo le false diagonali.

Le travi principali e secondarie sono composte da piatti pieni di diverso spessore e altezza (travi principali: spessore 40 mm / travi secondarie: spessore 20 mm). Oltre a essere saldate tra loro, lo sono anche alla lamiera superiore di copertura. Dal punto di vista statico questa lamiera non è stata presa in considerazione, sebbene i suoi effetti apportino benefici all’intero sistema strutturale. 

L’evacuazione delle acque meteoriche viene garantita grazie a una pendenza rivolata verso il quadrilatero centrale e da un sistema di gronda già integrato nel dispositivo. Il tetto risulta quindi essere un dispositivo autoportante e completo, assemblato in cantiere e posato nel giro di 10 minuti. 

La copertura è stata frazionata in elementi facilmente assemblabili. La loro giunzione è assicurata grazie a un sistema di superfici continue con dadi e viti a completa scomparsa. Mentre per le viti sono disponibili elementi standard (elementi industriali), per ciò che concerne i dadi è stato sviluppato un elemento speciale dimensionato e verificato mediante calcolo FEM.

Il risultato estetico offre una continuità planare delle superfici capace di enfatizzare il concetto di intreccio e fluidità degli sforzi.

Ne risulta una struttura relativamente snella, in cui la distribuzione degli sforzi assume valore estetico prediligendo la visione dell’intradosso, parte maggiormente fruibile per l’utenza.

Per ragioni di ingombri massimi, nelle operazioni di trasposto da Peccia (TI) – sede dell’azienda di metalcostruzioni Mignami Corrado – a Bussigny (VD), l’insieme strutturale è stato diviso in conci così definiti.

  • G (giallo), elemento diagonale
  • B1, B2 (blu), elementi delle semi-diagonali
  • R1, R2, R3, R4 (rosso), elementi periferici

Oltre a questi elementi, vi sono la gronda a cassetta e le lamiere mobili dell’elemento G (evidenziate in giallo puntinato), trasportate separatamente e saldate una volta posata la gronda.

La morfologia della Valle Lavizzara e quella relativa alla strada di collegamento con Locarno, non consentono ingombri superiori a 10 m di lunghezza, ciò è dovuto alla presenza di due stretti tornanti lungo la discesa da Peccia, sede dell’officina. 

I sette elementi, con un peso complessivo di circa 11 t, sono stati assemblati sul posto mediante viti e bulloni grazie a una dima di riferimento realizzata a seguito di un accurato rilievo eseguito sull’elemento in calcestruzzo. Terminato l’assemblaggio, il dispositivo è stato posato rapidamente sul blocco in cemento armato.

A questo punto è stata inserita la vaschetta della gronda (in semplice appoggio) mentre le ultime quattro lamiere dell’elemento G sono state posate e saldate alle travi principali. 

Da ultimo è stata eseguita l’impermeabilizzazione delle superfici superiori mediante resine. Viene così garantito il perfetto deflusso delle acque meteoriche negli anni a venire. 

La struttura, frutto di un’avvincente collaborazione tra architetti, ingegneri e artigiani, è stata completata e si configura come un ottimo esempio di ”estetica del sistema statico”. 

In modo naturale, il visitatore potrà percorrere con lo sguardo i flussi relativi agli sforzi che si intrecciano tra luci e ombre, all’interno di un insieme di elementi verticali e parzialmente orizzontali.

Suggestioni

Mignami Corrado Metalcostruzioni

Un’opera rara, un’avventura vera

«Incastonata tra le montagne della Val Lavizzara, la nostra piccola azienda di metalcostruzioni vive e produce lontano dai grandi centri urbani, in una zona discosta in cui tutto a volte sembra più complesso ma certamente più autentico. La realizzazione di questo progetto ha rappresentato senza ombra di dubbio una sfida per tutti noi. Siamo tuttavia dell’idea che ogni sfida possa tramutarsi in una vera e propria occasione per poter dimostrare come, anche da una realtà di dimensioni contenute come la nostra, possa nascere qualcosa di grande. Con determinazione e passione, abbiamo affrontato e portato a termine la realizzazione di un’opera molto particolare, un oggetto unico, come ne capitano pochi per una realtà aziendale come la nostra. Un’opera che ha messo alla prova non solo le nostre competenze tecniche, ma anche il nostro spirito, la nostra volontà di superare ogni ostacolo. Per questa copertura ogni dettaglio è stato curato con attenzione, ogni elemento trattato con un approccio artigianale, caratteristica che, oggi più che mai, consideriamo un nostro tratto distintivo. Un progetto che ha richiesto più di 1400 ore d’officina e una serie di accorgimenti legati al suo particolare design. Il suo taglio distintivo, con inclinazioni complesse dovute alla particolare geometria, ha richiesto precisione estrema. L’assemblaggio realizzato interamente a mano, direttamente sul posto, ci ha permesso di plasmare, giorno dopo giorno, le eleganti linee che caratterizzano questa costruzione. Il risultato finale è qualcosa che ci porteremo dentro a lungo. Un’opera realizzata e posata fuori Cantone rappresenta per noi una sfida vinta, una referenza importante, ma soprattutto una testimonianza relativa al valore del nostro lavoro. Un particolare ringraziamento va al nostro team e a tutti gli attori coinvolti in questo progetto» – conclude Rita Mignami, Mignami Corrado Metalcostruzioni, Peccia.

Arch. Filippo Broggini
BlueOffice Architecture, 
Bellinzona 

Rita Mignami
Mignami Corrado Metalcostruzioni, 
Peccia

Immagini: 
Arch. Félix Stämpfli, arch. Filippo Broggini 
Mignami Corrado Metalcostruzioni

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