Signor Wullschleger quando è nata Geniomeccanica e quali sono state le tappe fondamentali del suo sviluppo?
Siamo nati nel 1962 a Giubiasco (da lì la sigla GMG) e per alcuni anni siamo stati attivi nella meccanica del genio civile. Ma ben presto l’azienda si è riorientata verso l’industria, diventando il “genio della meccanica”. Nel 1990 abbiamo vissuto una tappa importante in quanto la sede di Giubiasco, diventata troppo piccola, venne lasciata per traslocare a Sant’Antonino dove fu costruito il nuovo sedime industriale di 2’500 metri quadrati con due capannoni. Un fatto che ha permesso all’azienda di diversificare l’attività creando anche un reparto dedicato all’assemblaggio industriale. Nel 2009, inoltre, ci fu un’altra tappa importante per l’evoluzione aziendale: la costruzione di un terzo capannone.
Oggi possiamo contare su 30 collaboratori e siamo divisi in cinque reparti ben distinti. Abbiamo anche sempre puntato sugli apprendisti e infatti due ragazzi che si sono formati in passato da noi sono poi restati in azienda e sono validi collaboratori. Geniomeccanica, inoltre, ha sempre fatto parte del Wullschleger Group.
Appunto, il gruppo di famiglia. Che cosa significa per lei farne parte?
Rappresento, con mio fratello, la quarta generazione di imprenditori. Fu infatti il mio bisnonno Fritz a fondare l’azienda nel 1900. È una storia interessante la sua perché parte dal commercio di materiali edili. All’epoca il mio bisnonno, che era originario di Zofingen, si ingegnò per aprire un commercio. Quella regione poteva contare su alberi molto alti e dritti che venivano tagliati e poi trasportati in treno fino a Genova, passando da Lugano dove c’era una tappa transitoria.
Era legname molto richiesto e usato per costruire gli alberi delle navi. Al ritorno da quei viaggi portavano ghiaia dal mare destinata al cemento armato della Svizzera interna. Uno scambio di merci che fu l’origine della nostra storia. Lugano, come detto, fu un luogo importante di passaggio nel quale stavano almeno una notte per il trasbordo coi cavalli sino a Como. Proprio in quei viaggi lui si innamorò della città e decise di trasferirsi e di aprire un’azienda in Ticino.
Negli anni seguenti lui e le generazioni future svilupparono il commercio raggiungendo le attuali nove aziende, distribuite nel settore edile salvo Thermocentro Service (attiva nelle energie rinnovabili), Geniomeccanica (che ha un carattere industriale anche se ha origine nell’edilizia) e Genny Factory (attiva nel settore biomedicale). Con mio padre e mio fratello sono nei vari CdA delle aziende, sono presidente di Genny Factory e operativamente mi occupo di Geniomeccanica.
Mi accennava ai cinque reparti, vuole illustrarmeli?
Storicamente l’azienda è nata per la meccanica del genio civile e per questo creò un’officina meccanica per riparare gru da cantiere, compressori e altri macchinari. Dopo un decennio, l’impresa si è riorientata verso l’industria con appunto i suoi cinque settori. Il primo è quello dell’officina meccanica con la quale siamo specializzati nella meccanica manuale di precisione.
Abbiamo altri tre reparti dedicati alle rappresentanze che possono contare sulla vendita, l’assistenza (con un centro di manutenzione) e il noleggio; il tutto in funzione del marchio che rappresentiamo. Il quinto reparto è nato nel 1985 e riguarda il montaggio e l’assemblaggio di impianti industriali di alta qualità, come aggregati idraulici e pneumatici di altissima precisione.
Un’attività importante e che ha i comparti necessari per poter garantire la produzione: acquisti, magazzino, logistica, produzione, stoccaggio e spedizione. Comparti che abbiamo sfruttato negli ultimi anni per ampliare la gamma dei prodotti assemblati in sede e che ci hanno anche permesso di ampliare la clientela: oggi, per esempio, produciamo per conto terzi anche termopompe per il riscaldamento casalingo e delle piscine. E l’ultima novità è quella legata al prodotto di Genny Factory e cioè della prima sedia a rotelle medicale autobilanciante al mondo interamente ingegnerizzata da zero a tale scopo.
Per quali caratteristiche vi contraddistinguete?
Perché la nostra è una delle poche officine rimaste che lavora i prodotti a 360 gradi. Lo stesso tecnico salda, monta, fresa, assembla e revisiona il pezzo o il macchinario. Quando un cliente viene da noi possiamo offrirgli dei punti di riferimento veri e propri che possono coprire tutti i fabbisogni. Per questo lavoriamo con molte aziende sul territorio che ci affidano la revisione e la riparazione dei vari componenti. Inoltre, cerchiamo sempre di avere dei marchi, altamente professionali e di qualità, con i quali possiamo avere un’esclusività in Ticino.
Voi vi rivolgete alle aziende e al pubblico. Anche con dei macchinari elettrici. Ce ne parla?
È giusto precisare che lavoriamo principalmente con i professionisti e quindi con aziende, industrie e Comuni. Comunque, possiamo contare anche alcuni clienti privati che puntano sulla qualità e quindi si rivolgono a noi. È vero che negli ultimi anni stanno arrivando sul mercato macchinari elettrici o elettrificati, ma il settore è ancora limitato.
Ci sono alcuni comparti nei quali sta funzionando già bene, in altri ci vorrà più tempo. È una nuova tendenza osservabile, per esempio nella tecnica comunale, grazie alle spazzatrici interamente a batteria che stanno riscuotendo un successo interessante e sono già presenti ad Ascona, Locarno e nel Mendrisiotto. Un altro oggetto interessante sono i trattorini per il taglio dell’erba. Magliaso ha acquistato questo macchinario elettrico per il suo campo da golf. Non da ultimo nella logistica da diverso tempo sono presenti diversi macchinari elettrici come i sollevatori a batteria.
Che sguardo ha verso il futuro? Pensate a ristrutturazioni?
Per noi ogni anno significa ristrutturare e adeguarci continuamente al mercato. Se penso all’azienda di 60 anni or sono ha poco a che fare con questa. Abbiamo sempre pensato di valorizzare il personale e anche durante la pandemia, grazie al lavoro ridotto, siamo riusciti a tener duro senza licenziare nessuno. Lo conferma il fatto che abbiamo diverse persone che sono in azienda da più di 20 anni ed è un valore aggiunto al quale teniamo molto.
Il periodo attuale non è semplice. Osserviamo che le forniture, in questo momento, sia dei macchinari sia dei componenti, sono un’incognita. Viviamo una grande instabilità e questo incide inevitabilmente sulla produzione. Anche la logistica sta creando costi aggiuntivi da non sottovalutare. Speriamo che a breve si riesca a trovare una stabilità geopolitica ed economica, fondamentale per tutti.
Ma come sempre non ci fermiamo e siamo sempre alla ricerca di novità e alternative valide all’attuale attività. Come abbiamo sempre fatto in questi 60 anni. In proposito abbiamo appena presentato, in collaborazione con Genny Factory, un nuovo prodotto.
Di che cosa si tratta?
Dello sviluppo di un prodotto che vuole rivoluzionare mondialmente la mobilità delle persone con handicap ma non solo. È appena stata presentata a Rehacare Genny ZERO, l’evoluzione di Genny 2.0. Un prodotto assemblato proprio qui a Sant’Antonino, dalla Geniomeccanica.
Si tratta, come detto, di una sedia a rotelle medicale autobilanciante su due ruote, oggi destinata principalmente alla paraplegia, ma che presto potrà avere una diffusione maggiore e servire anche alla micro-mobilità.
Comporta grandi vantaggi sulla libertà e sulla mobilità della persona. E se la versione precedente usava ancora una tecnologia americana, quella presentata in queste settimane è tutta farina del nostro sacco. Da tre anni stiamo lavorando alla nostra tecnologia autobilanciante che abbiamo usato come base nel nuovo prodotto. Una novità di cui siamo molto fieri e che siamo convinti potrà rivoluzionare il modo di muoversi nel futuro.
Luca Wullschleger,
CEO di Geniomeccanica
www.geniomeccanica.ch