La fine delle ferie estive è coincisa per numerosi giovani con l’inizio di una nuova fase della vita. Mentre molti di loro hanno preferito proseguire sulla strada della formazione scolastica, molti altri hanno varcato la soglia del mondo del lavoro. Secondo la Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione, ogni anno circa 75’000 giovani scelgono di intraprendere un tirocinio professionale.
Apprendisti: rischio di infortunio doppio rispetto agli altri lavoratori
Il fatto che l’ingresso nella vita professionale non sia esente da insidie è confermato dalle cifre del Servizio centrale delle statistiche dell’assicurazione contro gli infortuni (SSAINF), secondo cui il rischio che gli apprendisti subiscano un infortunio sul lavoro è praticamente doppio rispetto agli altri lavoratori. Nel complesso, fra gli apprendisti si contano ogni anno 25’000 infortuni sul lavoro, due dei quali hanno esito letale.
La maggior parte degli infortuni avviene mentre si svolgono i classici lavori artigianali. Circa il 40% ha luogo nell’ambito di lavori manuali, come perforare, affilare o smerigliare, oppure durante l’utilizzo di macchinari come frese e torni. Spesso gli apprendisti vengono colpiti da corpi estranei come schegge o trucioli, oppure si tagliano o subiscono escoriazioni.
È importante avere esempi da seguire
I motivi per cui gli apprendisti si infortunano più spesso sono evidenti: per loro è tutto nuovo e non sono abituati a utilizzare utensili manuali e macchinari. Oltre a questo aspetto, molti sottovalutano i pericoli o sopravvalutano le proprie capacità. Numerosi infortuni accadono anche perché gli apprendisti non hanno il coraggio di chiedere quando non sono sicuri. I formatori, i superiori e anche i collaboratori assumono pertanto un ruolo centrale, in quanto fungono da esempio e devono fare in modo che gli apprendisti assimilino la cultura della sicurezza dell’azienda.
In questo gioco di squadra i formatori hanno un ruolo chiave: sono responsabili affinché gli apprendisti conoscano le regole vitali della Suva e vengano istruiti sulle stesse con regolare frequenza e in modo sistematico. In tale contesto rientra anche l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (DPI).
Sul piano pratico la Suva consiglia ai formatori di coinvolgere i consulenti in sicurezza dell’azienda per far sì che gli apprendisti beneficino delle loro conoscenze e sperimentino in presa diretta dove si nascondono i pericoli sul cantiere o in azienda. Infine, ma non meno importante, i collaboratori possono dare il loro contributo nell’ottica della sicurezza degli apprendisti fungendo da esempio riguardo al rispetto delle regole e avvertendo i giovani quando non osservano le regole vitali.
Campagna della Suva sulla sicurezza
Nel 2012 la Suva ha promosso la campagna «Tirocinio in sicurezza», rivolta agli apprendisti, alle aziende e anche alle scuole professionali. Con documenti di formazione, manuali, manifesti e liste di controllo dispensati gratuitamente, oltre a vari altri materiali, la Suva rende attenti ai pericoli presenti nella quotidianità lavorativa. Un altro importante strumento di prevenzione è il percorso interattivo, le cui otto postazioni permettono agli apprendisti di sperimentare sulla propria pelle con quale rapidità può verificarsi un infortunio e a cosa bisogna prestare attenzione per evitare gli infortuni.
Nella sua veste di maggiore assicurazione svizzera contro gli infortuni, la Suva si impegnerà anche nei prossimi anni, con un’attività di prevenzione mirata, per rendere ancora più sicura la quotidianità lavorativa degli apprendisti.
SUVA
Operante dal 1918, oggi la Suva occupa 4370 collaboratori nella sede principale di Lucerna, nelle 18 agenzie sul territorio nazionale e nelle due cliniche di riabilitazione a Bellikon e Sion. Azienda autonoma di diritto pubblico con un volume premi di 4,3 miliardi di franchi, assicura 130’000 imprese, ossia 2,0 milioni di lavoratori, contro le ripercussioni degli infortuni e delle malattie professionali.
Le persone disoccupate sono automaticamente assicurate alla Suva. Dal 2005 gestisce anche l’assicurazione militare su mandato del Consiglio federale. Le prestazioni comprendono assicurazione, prevenzione e riabilitazione. La Suva si autofinanzia, non beneficia di fondi pubblici e ridistribuisce gli utili agli assicurati sotto forma di riduzione dei premi. Nel Consiglio della Suva sono rappresentate le parti sociali – datori di lavoro e lavoratori – e la Confederazione.
di Adrian Vonlanthen – Portavoce Sicurezza sul lavoro