Presidente Ferrari-Testa: a fine gennaio ha raccolto il testimone del compianto Bernardino Bulla. Con quale spirito ha dato avvio alla sua dirigenza?
Mi sono innanzitutto sentita molto onorata dell’incarico conferitomi dal Consiglio di amministrazione e della fiducia che mi hanno manifestato unanimemente i colleghi. Vi è stata e vi è certamente anche una dimensione emotiva legata all’importante “eredità” lasciata da Bernardino. Il suo contributo per BancaStato è stato molto importante. Desidero per ora innestare la mia presidenza nel solco della sua determinazione ed energia, apportando via via alcuni cambiamenti. In qualità di Presidente sono chiamata a tenere saldo il timone con lo sguardo all’orizzonte per assicurare che BancaStato continui a rispondere al meglio al suo mandato pubblico.
Ciò implica la necessità di rivolgere la dovuta attenzione a tanti aspetti. Le sfide sono molteplici e spesso complesse. Sono rincuorata dal fatto che la squadra BancaStato è una realtà costituita da grandi professionisti, mossi da una spiccata motivazione. Sono elementi cruciali che, se inseriti in un’accorta pianificazione strategica, risultano catalizzanti e fanno la differenza. D’altra parte, le crescite pluriennali del Gruppo non sono frutto del caso. Occorre ora continuare ad affrontare le variegate e complesse sfide del settore bancario con la medesima attenzione e tenacia, sempre e comunque alla luce dei valori costitutivi che caratterizzano la nostra Banca e che la fanno apprezzare, direi sempre di più, da tanti ticinesi. Insomma, per rispondere alla sua domanda: sono estremamente motivata nel mio ruolo di Presidente del Consiglio di amministrazione di BancaStato e sono ben decisa a dare il mio contributo.
Come si inserisce questa nuova sfida nel suo percorso professionale?
Ne sono convinta: il mio nuovo ruolo di Presidente del CdA di BancaStato complementa e arricchisce le cariche che ho ricoperto e che ricopro anche a livello nazionale. Ho avuto l’onore di far parte del Consiglio di amministrazione di Helsana SA dal 2007 al 2022, assumendone la Vicepresidenza nel 2014, e sono attualmente nei Consigli di amministrazione del Gruppo Coop (dal 2006) e di Mobiliare Svizzera (dal 2019). Parallelamente, gestisco il mio studio di avvocatura e notariato. Insomma: le mie giornate sono sempre appassionanti e stimolanti, anche perché ricopro i miei incarichi con serietà e, in alcuni casi, li vedo come vere e proprie “missioni”. In quanto ticinese per me è gratificante e appagante poter dirigere un Consiglio di amministrazione di un’azienda i cui valori, per svariati versi, corrispondono ai miei. Il mio apporto per BancaStato si traduce, in definitiva, in un impegno per la collettività e per la promozione dello sviluppo economico del territorio: elementi che non possono che riempirmi di orgoglio e spronarmi a fare il mio meglio per il compito assegnatomi.
Ha accennato al suo ruolo in aziende conosciute e importanti: cosa le apportano tali esperienze nell’alta dirigenza di BancaStato?
Menzionerei alcuni aspetti. Operare in simili gremi consente innanzitutto di adottare una forma mentale e un approccio altamente professionale, sia nell’analisi, sia nella discussione, nonché nell’elaborazione, di tematiche non solo interconnesse e complesse, ma anche e soprattutto strategiche e dunque, in quanto tali, fonti di potenziali grandi cambiamenti e sfide per l’organizzazione.
È un aspetto che va di pari passo con la propria visione strategica e con la capacità di interagire con tutte le figure chiave – interne ed esterne all’organizzazione – che si rapportano con il Consiglio di amministrazione. L’esperienza negli altri gremi mi consente inoltre di beneficiare di un sano confronto su molte tematiche e molte sfide comuni. Solo per fare un esempio, sia il settore assicurativo sia quello bancario lavorano assiduamente sul fronte della digitalizzazione e su quello dell’adeguamento e della conformità dal punto di vista normativo e di compliance. Sono dunque contesti che, seppur retti da regolamentazioni diverse, risultano spesso accomunati da sfide simili.
Tra gli altri aspetti che porto con me nel mio ruolo in BancaStato citerei anche il profondo senso di responsabilità e la consapevolezza che le decisioni prese a livello di alta dirigenza hanno impatti reali e importanti sui clienti e sulla comunità in cui si opera. Negli anni, infine, ho conosciuto personalità importanti, a livello nazionale e internazionale, che mi hanno arricchita sia come persona sia come professionista, e da cui ho imparato molto. Un bagaglio importante che intendo mettere a disposizione della Banca.
Di cosa crede che BancaStato necessiti maggiormente, oggi?
In un mondo che cambia velocemente sotto vari punti di vista, anche da quello dei riferimenti valoriali, io credo che BancaStato rappresenti per molti aspetti un punto fermo. È una precisazione dovuta, siccome ritengo che la natura di Banca cantonale sia un’ottima base per “fare bene”. Detto questo, veniamo da anni di forte crescita trasversale e in un tale contesto occorre sempre dedicare la giusta attenzione al consolidamento della stessa. Le importanti misure attuate per rafforzare la struttura organizzativa e di gestione del rischio agiscono, ad esempio, in tale prospettiva. Direi che la nostra attuale necessità è quella che vige da sempre: offrire ai ticinesi una Banca redditizia, con prodotti e servizi moderni, che sappia guardare al futuro e garantire così di continuare a essere sempre un punto di riferimento nel nostro Cantone.
Specialmente pensando a Coop, è interessante notare, naturalmente con le debite proporzioni, un parallelismo con BancaStato. Sono aziende che devono coniugare complessi aspetti economici e di mercato con una presenza capillare sul territorio. Qual è il suo pensiero al riguardo?
È un aspetto molto vero e pertinente, che ben esemplifica come le sfide di aziende operanti in settori diversi possano convergere. Uno dei valori di BancaStato è proprio quello della vicinanza con la clientela, condiviso anche dal Gruppo Coop, sia nelle sue imprese nazionali sia in quelle internazionali. Su questo tema non transigiamo: siamo e continueremo ad essere fisicamente sul territorio, da Airolo a Chiasso. E ogni giorno dobbiamo rinnovare questa presenza, mantenendone inalterata la sua essenza, coniugandola però ai mutamenti, anche profondi, in termini di esigenze o di abitudini della clientela. La storia di BancaStato lo dimostra: in oltre cento anni i prodotti, i servizi e i canali con cui ci relazioniamo alla clientela sono molto cambiati, ma la nostra vicinanza e prossimità sono rimaste inalterate.
Come giudica la collaborazione tra Consiglio di amministrazione e Direzione generale?
Molto buona. È stata ed è un elemento fondamentale del grande lavoro che ogni giorno BancaStato porta avanti a beneficio della clientela e dei ticinesi. Tra i due consessi i ruoli, molto diversi, sono ben chiari e tutti apportano il loro contributo in maniera costruttiva, nel rispetto delle diverse personalità, idee e convinzioni. Vige il dialogo e il confronto positivo. Il corretto equilibrio nei rapporti tra Consiglio di amministrazione e Direzione generale, in ogni impresa, è un elemento vincente. In un continuo processo di interscambio nascono le soluzioni migliori. Ed è mia ferma intenzione lavorare in modo tale che questo stato di cose non si alteri e che un gremio non sovrasti l’altro.
Presidente, quali sono i suoi valori professionali e umani?
L’impegno, l’integrità, la correttezza, l’onestà intellettuale e la tenacia sono valori in cui credo e che apprezzo nelle persone che mi circondano. Possono essere applicati, funzionare e risultare paganti sia nella sfera professionale sia in quella privata! E, magari, anche un po’… di sana e illuminata cocciutaggine!
Come incarna ogni giorno i valori aziendali che contraddistinguono BancaStato?
Iniziamo dalla vicinanza e conoscenza del cliente. Nel mio caso, il “cliente” può essere chiunque all’interno dell’organizzazione e mi piace, nel rispetto dei ruoli e delle situazioni, ridimensionare le tradizionali distanze istituzionali. Sono aperta e interessata all’ascolto, e ci tengo a vedere e scoprire nelle persone ciò che non si vede di primo acchito e che dunque si trova oltre l’apparenza.
Quanto all’offerta di prodotti e servizi di qualità, ci tengo particolarmente a profondere massimo impegno e serietà nelle mie attività: l’auspicio è dunque quello di adempiere al meglio i miei compiti.
E ora la velocità decisionale. Sono dell’opinione che svolgere i propri compiti celermente, ma sempre con la dovuta qualità, sia un valore aggiunto: è quello che provo a fare in ogni contesto delle mie attività.
Infine, la competenza. Credo fortemente nella necessità di conoscere a fondo le tematiche di cui ci si occupa, senza bluffare. E quando non so qualcosa, non ho nessuna difficoltà a riconoscerlo e approfondire. Ciò innanzitutto per il rispetto che devo a me stessa. Detesto la tuttologia e ritengo che occorra concentrarsi sui propri punti di forza, pur non perdendo di vista i concetti generali.
La natura mi ha dato una qualità che per me è essenziale: la curiosità. Un motore che mi spinge in ogni contesto della mia vita. Una gran fortuna!
Michela Ferrari-Testa,
Presidente CdA di BancaStato
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