Dopo una serie di incontri divulgativi, a partire da questo evento L*3 ora inizia a rivolgersi al segmento business. Ma andiamo con ordine e esordiamo definendo gli obiettivi e le modalità di tale iniziativa, sperando risultino poi utili a comprenderne anche le aspettative. A tal fine, facciamo riferimento alle prime quattro masterclass che hanno avviato i lavori, e di cui riassumeremo non la tecnica ma la cronaca dei temi discussi, ovvero gli effetti pratici.
Si tratta di argomenti, precisiamo anche questo, destinati ad una evoluzione rapida e continua; dunque non solo le conclusioni, ma anche le premesse potrebbero non finire mai. Di conseguenza anche delle premesse sintetizzeremo la cronaca; con l’obiettivo, per quanto possibile, di liberare il campo da preconcetti.
In termini generali, ricordiamo che alle attività digitali, prodotte e sviluppate dalla competenza umana, si è iniziato a ricorrere dopo la crisi finanziaria del 2008.
Questa premessa apre a tre conseguenze.
La prima: grazie alla informatica, come è in grado di gestire in prima persona il suo destino commerciale, finanziario, professionale, e dunque sociale, il singolo oggi è altrettanto chiamato ad assumersene le responsabilità.
Conseguenza numero due: anche se la pubblica opinione ne è attratta per la semplicità di uso, vedasi gli acquisti online, oppure per i mutamenti delle quotazioni, leggasi: criptovalute, le attività digitali non sono semplici opzioni informatiche, ma una vera e propria disciplina.
Risultato, e conseguenza numero tre: per essere affidabili, le metodiche digitali imitano, revisionano e lentamente potenziano in modalità smaterializzata, chiamiamolo anche upscaling, tutte le attività che sinora il pubblico è abituato ad effettuare in forma materiale.
Questi tre elementi, di carattere generale, replicano ad uno scontato preconcetto abitualmente indirizzato alla didattica informatica e digitale.
E’ improbabile che una sequenza di masterclass possa riassumerne le evoluzioni degli ultimi quindici anni, per non parlare poi delle infinite novità ancora in divenire.
E’ invece una missione possibile equipaggiare i partecipanti sui fondamentali di un settore che alla conclusione di un determinato percorso informativo avranno poi la facoltà di iniziare a sviluppare in autonomia.
Semplificando: quanto prima si apprende un linguaggio, altrettanto ciascuno è libero di incrementarne un utilizzo sempre piu’ competente.
Se questo è cio’ che si intende per alfabetizzazione, nello specifico ambito digitale, allora la iniziativa di Lugano Living Lab si distingue per avere proposto un metodo che sicuramente vedremo presto replicato da altre amministrazioni.
Ora commentiamo le quattro masterclass proposte nella prima giornata.
Ne sintetizziamo gli effetti pratici e saltiamo i tecnicismi.
Nella sua relazione, Amos Brocco, docente-ricercatore senior presso l’Istituto sistemi informativi e networking della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana-Supsi (https://www.supsi.ch/home/strumenti/rubrica/dettaglio.6640.backLink.b328b222-c480-498b-a984-68fe0271f716.html) ha illustrato “Cosa è la blockchain, e cosa é una rete P2P distribuita”.
La blockchain, la sequenza dei registri digitali che consente la movimentazione delle informazioni tra gli utenti, avviene in modo diretto, ovvero peer-to-peer-P2P. Si tratta di un metodo che supera il tradizionale concetto di archivio, e lo rende universale segmentandolo grazie ad una catena mondiale di operatori decentralizzati e sincronizzati, che si scambiano le notizie e ne certificano il singolo passaggio convalidandone la responsabilità di averlo aggiornato. Tutto questo accade in modo visibile e trasparente. Possiamo anche definirlo anonimo, ma solo perché non riferibile ad una precisa persona; tuttavia è pur sempre caratterizzato da una sequenza numerica pubblica ed immutabile che porta ad individuare un soggetto.
Giacomo Zucco, ricercatore e conferenziere su tematiche digitali (https://ch.linkedin.com/in/giacomozucco), ha quindi proseguito illustrando i “Meccanismi di consenso” utilizzati nella blockchain. L’argomento riprende e sviluppa la tematica discussa in precedenza, e porta ad un interrogativo: come verificare, ovvero proof, la attendibilità delle informazioni contenute in un singolo blocco scambiato in una catena digitale? Tra i vari metodi, troviamo differenti tipologie di Proof: Proof of Work, Proof of Stake, Proof of Authority, ecc. Si tratta di protocolli riassumibili come procedure di conferma che il destinatario impone al mittente di una informazione.
La piramide informativa del corso B4B è poi proseguita con la masterclass di Luca Ambrosini (https://ch.linkedin.com/in/luca-ambrosini-ch), ricercatore e responsabile area di ricerca in blockchain presso l’istituto sistemi informativi e networking della SUPSI, che si è soffermato su “Architettura e componenti dell’ecosistema blockchain”.
In questa masterclass, sono stati esaminati i Wallets, i portafogli informatici dove gli utenti oggi conservano i loro beni immateriali. Diversamente da quanto accade nel mondo reale, basato sulla conoscenza diretta, gli scambi tra possessori di valori digitali avvengono tramite smart contracts, accordi predefiniti e che devono reciprocamente trovare corrispondenza fra parti sconosciute affinché poi la transazione diventi automaticamente valida e quindi il denaro arrivi al destinatario.
Ha concluso i lavori Riccardo Masutti (https://riccardomasutti.com/), esperto di cybersecurity e privacy presso il gruppo Bitfinex/Tether. Quest’ultimo è tra i maggiori operatori mondiali e già attivo sul territorio ticinese; inoltre, tra breve a Lugano inaugurerà uffici liberamente accessibili ad utenti e professionisti del settore.
Nel suo intervento, “Blockchain analysis & cybersecurity”, Masutti ha illustrato i metodi di analisi delle transazioni blockchain, ed in particolare la tracciabilità, la identificazione degli indirizzi e la visualizzazione dei flussi di valuta. Ha inoltre esaminato le principali tecniche di sicurezza, soffermandosi sulla prevenzione delle minacce, e le metodiche operative necessarie a garantire la regolarità degli scambi tra utenti.
di Andrea Grandi