Perché elaborare un Piano industriale? E con quali obiettivi? Da tempo la nostra categoria è consapevole dei cambiamenti in atto a livello economico, sociale e geopolitico e ritiene che sia giunto il momento di fare delle scelte di fondo, anche nel cantone Ticino, per sostenere il territorio nei processi di cambiamento attraverso politiche di sviluppo economico appropriate. Più il nostro territorio è in grado di porsi positivamente di fronte al cambiamento, maggiormente anche le imprese e in generale tutte le attività economiche potranno affrontare anch’esse al meglio i mutamenti che si pongono.
Durante oltre un anno diversi gruppi di lavoro del quale hanno fatto parte membri del nostro Comitato, persone delle aziende associate e specialisti esterni, hanno lavorato al documento e soprattutto alle proposte d’intervento, concentrandosi su sei temi ritenuti principali:
- capitale umano e formazione scolastica, professionale e accademica;
- creazione e sviluppo di un ecosistema dell’innovazione;
- cultura d’impresa;
- fiscalità e competitività del territorio;
- responsabilità sociale e ambientale delle imprese e inclusione;
- mercato del lavoro.
Da questo lavoro a più mani è sorto dunque il Piano strategico, presentato il 1. giugno alle aziende associate in occasione della nostra 60esima assemblea generale ordinaria e posto in consultazione presso di esse fino alla metà di agosto. La consultazione permetterà dunque ad AITI di affinare ulteriormente il documento e presentarlo in un’assemblea straordinaria che avrà luogo ad ottobre per un’approvazione definitiva.
Il Piano strategico di AITI innanzitutto è un documento di lavoro, nel senso che individuati alcuni temi ritenuti prioritari, sarà necessario approfondire ulteriormente le diverse proposte formulate, così come aggiungere, se opportuno, nuove tematiche. Noi riteniamo che questo approfondimento dovrebbe scaturire da un lavoro di confronto anche con gli altri settori economici e con gli attori istituzionali e politici. Staremo a vedere se la nostra idea sarà condivisa o meno.
I cambiamenti in atto a livello economico e sociale causati dalla pandemia, gli effetti negativi della guerra fra Russia e Ucraina e, sullo sfondo, i trend del cambiamento che già conosciamo – ad esempio l’invecchiamento della popolazione o la transizione energetica – avranno un impatto importante sull’economia e la popolazione.
AITI è dell’opinione che nei prossimi dieci anni, a dipendenza degli argomenti anche a più breve termine, è necessario fare delle scelte di fondo anche a livello politico. Ad esempio, sostenere in maniera importante, anche finanziariamente, i processi di innovazione nelle imprese. Oppure verificare se il sistema scolastico, obbligatorio e post obbligatorio, sia ancora in grado di soddisfare le legittime aspettative del mondo economico. Potrebbe ad esempio essere opportuno aprire una scuola per le professioni industriali?
Dal punto di vista fiscale occorre inoltre condurre in porto la riforma fiscale avviata nel 2020 ma anche procedere a una revisione della legge tributaria cantonale perché il Ticino non è fiscalmente competitivo per buoni redditi e imprese. E altro ancora.
Non è qui possibile per ragioni di spazio entrare nei dettagli; chi fosse interessato ad approfondire il Piano strategico di AITI può trovarlo sul nostro sito internet www.aiti.ch.
Diciamo solo che il documento espone sia misure a più lungo termine che necessitano un approfondimento ulteriore, sia misure puntuali, come ad esempio la proposta di anticipare alla 1a media lo studio della lingua tedesca, o la proposta di creare un centro di competenze per il settore delle scienze della vita, partendo dal fatto che in Ticino in questo settore sono già attive numerose imprese e società, così come sono presenti importanti istituti di ricerca riconosciuti a livello internazionale come l’IRB e lo IOSI a Bellinzona.
Attorno a queste e ad altre proposte vorremmo si sviluppasse una discussione pubblica che vincolasse tuttavia gli attori del territorio a fare una sintesi e a formulare delle proposte politiche ed economiche di intervento.
Marciare sul posto non è una soluzione; pensiamo solo al fatto che nei prossimi dieci anni circa alcune decine di migliaia di persone residenti in Ticino andranno in pensione. Sarà davvero possibile sostituirli? Se non fosse il caso, perderemo delle attività economiche per mancanza di personale? E ancora: riusciremo ad aiutare anche le piccole e medie imprese ad affrontare la sfida della digitalizzazione dei processi e, parimenti, la sfida della sicurezza informatica? Riusciremo a recuperare più donne nel mondo del lavoro offrendo loro condizioni e servizi che permettano un’effettiva conciliabilità fra lavoro e famiglia?
Ecco, lo scopo del Piano strategico di AITI è proprio quello di porre queste ed altre questioni e di indicare una via per trovare delle soluzioni. Una strada che deve per forza di cose definire un patto di paese, una collaborazione fra le forze vive del territorio nell’interesse di tutti i cittadini e della nostra economia.
Oliviero Pesenti,
Presidente di AITI
www.aiti.ch