Si è appena conclusa la tre giorni della visita nella Confederazione del Presidente Sergio Mattarella. Ricordiamo che anche in questa trasferta, fedele ad una consuetudine iniziata nel 2015, il Presidente Mattarella è stato accompagnato dalla figlia, l’Avvocatessa Laura Mattarella. Quest’ultima assolve, accanto al padre, le funzioni richieste dal protocollo diplomatico dopo la scomparsa della moglie.
Dopo l’atterraggio all’aeroporto militare di Belp, nel Canton Berna, il Capo di stato italiano è stato ricevuto dal Presidente della Confederazione Ignazio Cassis, che ha guidato la delegazione delle autorità elvetiche.
Queste ultime comprendevano, fra l’altro, Christine Häsler, Presidentessa del Consiglio di Stato del Canton Berna, Monika Schmutz Kirgöz, Ambasciatrice di Svizzera a Roma, e Sonja Hürlimann, Responsabile delle relazioni bilaterali con la Unione europea presso il Dipartimento Federale degli affari esteri di Berna. Per meglio interpretare l’importanza di questa trasferta, ricordiamo che quella del presidente italiano è stata la visita di un capo di stato, non di un responsabile di governo.
Dunque, se non la forma, cambiano invece la sostanza e le aspettative collegate a questo incontro, che ha avuto finalità diplomatiche e non politiche. Se ne è avuta conferma sin dall’arrivo del Presidente Mattarella che, ossequiate le formalità diplomatiche, ha si è riservato un momento di incontro con i delegati delle principali comunità italiane presenti nella Confederazione ed espressamente invitati nella capitale federale.
Il giorno seguente Ignazio Cassis accompagnato dalla Signora Paola Rodoni Cassis, ha coordinato l’incontro del Presidente Mattarella con il Consiglio Federale e con la popolazione, accorsa in Piazza Federale.
Hanno quindi avuto luogo una serie di colloqui ufficiali, a carattere istituzionale, presso il Bernerhof, attuale sede del Dipartimento federale delle finanze, e nella cui Leuchtersaal si è infine svolto un ricevimento di stato fra le due delegazioni.
La conferenza stampa tenuta da entrambi i presidenti presso il Centro Media di Palazzo Federale, se è servita a ricordare i buoni rapporti economico-culturali fra i due paesi, ha comunque confermato che la cancellazione della Svizzera dalla back-list italiana del 1999 riguardante la imposizione delle persone fisiche e la ratifica dell’accordo sulla fiscalità dei frontalieri, al momento ancora in fase consultiva presso le autorità politiche di Roma, riceveranno la massima attenzione da parte del Presidente Mattarella (https://www.youtube.com/watch?v=QmLTaiUvj6E). ¨
Si tratta di una annotazione che, apparentemente di valore diplomatico, tuttavia ha anche un contenuto politico dal momento che in Italia la firma presidenziale è indispensabile affinché i provvedimenti decisi dal governo diventino legge dello stato.
Nell’ultimo giorno della permanenza sul suolo elvetico, la delegazione italiana si è recata a Zurigo, al Politecnico Federale, per un incontro rivolto ad argomenti di carattere scientifico.
I due capi di stato sono stati ricevuti da Joel Mesot e Günther Dissertore, rispettivamente Presidente e Rettore dell’ETH.
Le delegazioni hanno proseguito incontrando i rappresentanti dei dipartimenti di ricerca di ETH-ZH e quindi assistito alle presentazioni, in lingua italiana, di alcuni giovani docenti in forza presso l’ateneo zurighese.
di Andreas Grandi